Perché i voli aerei durano sempre di più

I tempi effettivi di volo sono invariati ma sono aumentati i tempi morti sulla pista, quindi le compagnie hanno trovato un trucco per dire di non essere arrivate tardi

(Christopher Furlong/Getty Images)
(Christopher Furlong/Getty Images)

Secondo le statistiche, i voli aerei di gran parte delle compagnie di tutto il mondo arrivano sempre più spesso in orario. È un dato che può sembrare molto positivo ma che nasconde un trucco di cui si parla da diverso tempo: le compagnie aeree infatti allungano intenzionalmente e più del necessario i tempi di percorrenza dichiarati, in modo che anche in caso di intoppi i voli arrivino senza ritardo. Questo trucco – schedule padding, in inglese – dà ai passeggeri l’illusione che il loro volo sia puntuale anche se in realtà è durato più di quanto avvenisse in passato. Il tempo di volo in sé non è cambiato ma è aumentato il tempo di quello che in gergo tecnico si chiama “rullaggio”, cioè quello che l’aereo passa sulla pista in attesa di avere l’autorizzazione a decollare o di dirigersi a un gateUn articolo del New York Times ha raccontato quali sono i motivi che hanno portato a un tale aumento dei tempi di rullaggio e, di conseguenza, del tempo che i passeggeri trascorrono seduti fermi sulla pista.

Le cause vanno rintracciate innanzitutto nella crescita del numero di persone che utilizzano gli aerei, che ha avuto come effetto un aumento del numero generale dei voli. Il risultato è che c’è sempre più traffico sulle piste degli aeroporti, e gli aerei devono attendere più tempo rispetto a una decina di anni fa prima di poter decollare o dirigersi al proprio gate. Oltre al traffico bisogna prendere in considerazione anche altri fattori che possono causare ritardi, come l’orario del volo, il periodo dell’anno o le condizioni meteorologiche.

A causa di tutti gli imprevisti che possono avvenire causando ritardo, le compagnie aeree hanno quindi iniziato a stimare e dichiarare tempi di volo più lunghi anche se poi il tempo effettivo è invariato, in modo da mantenere i voli formalmente in orario e non incorrere in multe. Anche questa pratica, però, non è esente da problemi: tempi di volo più lunghi implicano un aumento generale dei costi, da quello per il carburante alle paghe dell’equipaggio. Nel 2010, scrive il New York Times, una ricerca commissionata dalla Federal Aviation Administration, l’agenzia del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti che si occupa dell’aviazione civile, aveva stimato che i ritardi dei voli costassero in tutto più di 32 miliardi di dollari (circa 28 miliardi di euro) all’economia del paese, di cui più della metà direttamente a carico dei passeggeri e circa 8,3 miliardi di dollari (7,5 miliardi di euro) per pagare il carburante e gli stipendi degli equipaggi.

Preventivando tempi di volo più lunghi per evitare possibili ritardi, può capitare anche che alcuni voli arrivino in anticipo a destinazione, dando ai passeggeri l’impressione che il volo sia durato poco. Questi arrivi anticipati, però, possono causare a loro volta dei ritardi: gli aerei possono trovare il proprio gate occupato da un altro aereo, e devono quindi stare fermi sulla pista in attesa che si liberi e che la torre di controllo dia la propria autorizzazione. In sostanza, quindi, una tecnica nata per evitare i ritardi può causare a sua volta ritardi.