A New York è finita l’epidemia di morbillo

Un incrocio di Williamsburg vicino alla yeshivah Kehilath Yakov. (Drew Angerer/Getty Images)
Un incrocio di Williamsburg vicino alla yeshivah Kehilath Yakov. (Drew Angerer/Getty Images)

È finita l’epidemia di morbillo a New York, che era iniziata a fine 2018 e che nell’aprile 2019 aveva portato alla dichiarazione di emergenza sanitaria statale. Nei mesi dell’epidemia erano stati diagnosticati più di 600 casi di morbillo ed era stata una delle più grandi negli ultimi decenni negli Stati Uniti.

L’epidemia ora terminata ha riguardato soprattutto le persone residenti nel quartiere di Williamsburg a Brooklyn. In particolare i membri di una comunità ebrea ultraortodossa, che rifiutava i vaccini per motivi in parte religiosi e in parte legati alle tradizionali argomentazioni antivacciniste. Per porre fine all’epidemia sono stati spesi almeno 6 milioni di dollari e sono state previste multe fino a mille dollari per chi rifiutava di vaccinarsi.

Il morbillo, oltre a uno sfogo cutaneo, causa tosse, raffreddore e febbre alta, che di solito raggiunge picchi intorno ai 40 °C e può essere la causa di molte complicazioni, dalla polmonite all’encefalite (una pericolosa infezione che interessa il cervello e il resto del sistema nervoso centrale contenuto nella scatola cranica) passando per otiti di media entità.