Per salvare i salmoni servono i cannoni spara-salmoni?

Un buffo video virale che sta circolando online racconta una storia ben più seria

Un salmone inserito in un tubo Whooshh nello stato di Washington. (AP Photo/The Columbian, Steven Lane)
Un salmone inserito in un tubo Whooshh nello stato di Washington. (AP Photo/The Columbian, Steven Lane)

Da qualche giorno su Twitter c’è un nuovo meme che ha preso il nome di “fish cannon”, cannone per pesci: è nato tutto da un video che mostra un marchingegno sviluppato dalla società americana Whooshh per aiutare i salmoni a raggiungere i bacini d’acqua nei quali si riproducono, visto che l’attività umana lo ha reso spesso impossibile naturalmente. Il video è buffo, e per questo ha avuto successo: ma racconta di un fenomeno molto serio e preoccupante, esemplare di come le abitudini degli animali siano state stravolte dallo sfruttamento delle risorse naturali operato dall’uomo nell’ultimo secolo. E di come, paradossalmente, l’umanità debba ricorrere a soluzioni tecnologiche sempre più innovative e bizzarre per riparare ai grossi problemi causati proprio dal progresso tecnologico.

Conosciamo i salmoni
I salmoni sono pesci d’acqua dolce e salata, diffusi in tutto l’emisfero boreale – introdotti spesso dall’uomo – e che si distinguono tra le altre cose per il loro modo di riprodursi. Dopo essere cresciuti nei torrenti ed essere migrati negli oceani da adulti, i salmoni infatti risalgono fiumi e torrenti per raggiungere le acque dolci, fredde e ossigenate (solitamente le stesse nelle quali sono nati), dove si riproducono. Percorrono fino a centinaia di chilometri, orientandosi in parte grazie al campo magnetico terrestre e in parte usando l’olfatto, compiendo enormi sforzi per percorrere controcorrente i corsi d’acqua, superando gli ostacoli come cascate e rapide con dei balzi che possono superare i tre metri d’altezza.


Anche in natura il tasso di mortalità tra i salmoni che risalgono i fiumi può raggiungere il 90 per cento, ma varia moltissimo tra specie e specie. La popolazione di alcune specie muore interamente dopo la riproduzione, mentre in altri casi, come per i salmoni atlantici, una piccola percentuale di adulti ritorna nell’oceano, dove recupera le forze per ripetere successivamente l’operazione.

I salmoni sono tra i pesci con le carni più prelibate e richieste, e sono per questo da sempre pescati dall’uomo e da altri predatori, come gli orsi. La popolazione di salmoni è diminuita drasticamente negli ultimi decenni: secondo il WWF i salmoni atlantici si sono ridotti del 50 per cento negli ultimi vent’anni, e secondo uno studio del 2006 pubblicato sulla rivista Science non ci saranno più salmoni pescati in natura entro il 2040. Contemporaneamente, la richiesta di salmone è aumentata notevolmente, e oggi la gran parte di quello in commercio arriva da acquacolture sparse in tutto l’emisfero boreale. Negli allevamenti, i salmoni passano l’intera vita dentro a strutture artificiali: prima nelle incubatrici, grandi vasche dove nascono e crescono, e poi dentro a enormi gabbie in mare, dove vengono infine pescati.

Oggi, per esempio, nel Regno Unito non si pesca più il salmone, nonostante sia esportato per un valore di oltre un miliardo di euro all’anno: arriva tutto da allevamenti che sono stati spesso descritti come sostenibili, ma che in realtà si basano su processi produttivi intensivi che, si è scoperto, espongono i pesci a gravi epidemie e richiedono grandi quantità di pesticidi. Alcune ricerche hanno mostrato che in Scozia queste malattie, generalmente provocate da parassiti, si sono diffuse anche ai salmoni selvaggi, provocandone vere morie.

Un allevamento di salmoni in Canada. (AP Photo/Robert F. Bukaty)

Un paese dove le cose funzionano diversamente è la Norvegia, dove gli allevamenti di salmoni sono strettamente regolamentati: la produzione richiede quindi costi più elevati, così come il prodotto finale, ma c’è sempre più consenso sul fatto che una pesca e un’itticoltura sostenibili siano l’unico modo per preservare le riserve di pesce del mondo, garantendone la sopravvivenza e, di conseguenza, anche la disponibilità nei prossimi decenni per il consumo umano.

Il salmone e l’uomo
Ci sono molte ragioni per cui l’uomo è responsabile del declino delle riserve di salmone selvaggio nell’ultimo secolo. Prima c’è stata la pesca eccessiva che ne ha ridotto la popolazione in molte aree, dall’Alaska alla Scozia, e poi è arrivato il riscaldamento globale, che ha aumentato le temperature dell’acqua marina alterando certi ecosistemi, come è successo per esempio sulle coste pacifiche del Nord America. Ma ad avere un impatto enorme sulla vita dei salmoni è stato principalmente lo sfruttamento delle risorse idriche, e in particolare la costruzione delle dighe lungo i corsi d’acqua. Le dighe infatti bloccano fisicamente il percorso dei salmoni, oltre a trasformare in laghi acque normalmente movimentate e quindi ricche di ossigeno, aumentandone inoltre la temperatura. Una diga poi stravolge l’ecosistema di un fiume, alterando drasticamente i rapporti tra le varie specie, compresi i salmoni.

Per questo, fin da quando abbiamo cominciato a costruire dighe, esistono delle strutture conosciute come “scale per pesci”, cioè dei percorsi artificiali pensati per permettere ai salmoni e ad altri pesci, come gli storioni, di superare ostacoli come dighe e cascate. Consistono sostanzialmente in una serie di piccoli scalini sui quali scorre l’acqua, e che in teoria non sono più ostici per i salmoni delle rapide che oltrepassano naturalmente.  Le scale, così come i tubi di Whooshh, sono sistemi artificiali installati – spesso dai governi e dalle amministrazioni locali – per provare a preservare le scarse riserve di salmoni selvaggi.


Le scale per pesci hanno aiutato a ripopolare molte riserve di pesci nel mondo, e si sono dimostrate spesso efficaci. Ci sono però dei casi in cui non funzionano: soprattutto per certe specie, soltanto una minima percentuale degli esemplari riesce a superarle. Le scale poi non servono ai pesci che sopravvivono e che provano a tornare a valle. Per questo sono stati fatti esperimenti alternativi: in certi casi, i salmoni vengono catturati con delle trappole artificiali, raccolti in grosse cisterne e trasportati a monte via terra o con degli elicotteri.

Anche questo sistema si è dimostrato inefficace perché, come si può facilmente immaginare, per un pesce percorrere decine di chilometri su un camion è molto diverso dal farlo risalendo un fiume, cioè la cosa per cui è programmato geneticamente. I pesci rilasciati nei bacini a monte con questo sistema si sono ritrovati particolarmente esposti agli attacchi ai predatori, e in certi casi sembravano essersi dimenticati come nuotare.

Una scala per pesci sulla diga John Day nello stato di Washington. (AP Photo/Yakima Herald-Republic, Gordon King)

E quindi il cannone
Whooshh è una società di Seattle che originariamente produceva sistemi per raccogliere e trasportare la frutta. Come ha raccontato il sito Vox, nel 2011 il CEO della società scoprì che in California interi raccolti erano andati persi perché l’acqua dell’irrigazione era stata usata per aiutare la migrazione dei salmoni a superare una diga. Intuì, quindi, che i sistemi di Whooshh potevano essere adattati anche per creare dei percorsi alternativi per la migrazione dei pesci. La società sviluppò quindi il cannone, che a differenza dei normali sistemi utilizza molta meno acqua, perché consiste in un semplice tubo pneumatuco, come quelli usati normalmente per trasportare un po’ di tutto, dalla posta (quella nei tubi, appunto) ai contanti a oggetti più ingombranti.

I tubi di Whoosh avevano peraltro già avuto un momento di popolarità online nel 2014, quando se ne era occupato il famoso comico John Oliver nel suo programma Last Week Tonight.


Il principio alla base dei tubi pneumatici non è complesso: sfrutta differenze di pressione all’interno del tubo per spingere un oggetto in una direzione. Queste differenze possono essere generate aspirando aria a monte con dei compressori, oppure iniettando aria compressa nei tubi: il principio, comunque, è creare una maggiore pressione da una parte dell’oggetto, per spingerlo verso la direzione in cui la pressione è inferiore.

Nel caso dei tubi per pesci, il materiale di cui sono fatti è tale da generare meno attrito possibile, e sono intervallati da piccoli getti d’acqua per aiutare la respirazione dei salmoni. La pressione all’interno è simile a quella del loro habitat naturale. I pesci – a differenza di quanto mostrato nel video – sono normalmente convogliati nei tubi attraverso dei passaggi verso i quali sono attratti naturalmente: non è tuttavia ancora ben chiaro quanto l’ingresso dei pesci nella struttura sia effettivamente “volontario”. Iniettando nel tubo un pesce per volta, a intervalli regolari per non sovraccaricare la struttura alterando la pressione ottimale, i salmoni percorrono fino a qualche centinaio di metri – che normalmente richiederebbero ore e ore – in pochi secondi.


Il sistema richiede quantità d’acqua assolutamente trascurabili rispetto alle normali scale per pesci, visto che non si basa su pompe idrauliche: da questo punto di vista, quindi, è certamente più efficiente e anche migliore dal punto di vista ambientale. Capire quanto sia positivo per i pesci, invece, è più complicato. Alla base, infatti, rimane l’enorme problema di usare una tecnologia artificiale per completare un processo naturale reso impossibile dall’attività umana.

Whooshh garantisce che il suo cannone non provoca danni ai salmoni, perlomeno rispetto ad altri metodi: e anche questo è probabilmente vero, come sembra dimostrare uno studio del 2016. Il fatto che sia meglio di un’autocisterna, però, non significa che non sia traumatico. Uno studio del 2018 ha registrato una percentuale di sopravvivenza dei salmoni molto bassa, intorno al 36 per cento, anche se – ha spiegato Vox – era stata ridotta drasticamente dal fatto che in parte erano stati contati i salmoni morti nella fase di sperimentazione. Non ci sono ancora sufficienti studi per valutare quanto sia destabilizzante per i salmoni percorrere il tubo di Whooshh, che peraltro produce anche i sistemi tradizionali per i passaggi dei pesci, dalle scale alle strutture per intrappolarli e trasportarli in cisterne.