Una donna malata di cancro ha usufruito per la prima volta della dibattuta legge sul suicidio assistito nello stato di Victoria, in Australia

(Go Gentle Australia)
(Go Gentle Australia)

Una donna australiana malata terminale di cancro è stata la prima persona a usufruire di una legge che permette il suicidio assistito nello stato di Victoria, in Australia. In Australia il suicidio assistito è formalmente illegale a livello federale, ma i singoli stati hanno facoltà di adottare leggi diverse da quelle federali. Lo stato di Victoria ha adottato una legge sul suicidio assistito nel 2017, dopo un lunghissimo dibattito parlamentare da 100 ore, ma è entrata in vigore solo lo scorso giugno.

La donna si chiamava Kerry Robertson, e aveva 61 anni. A annunciarne la morte sono state le figlie tramite il sito dell’associazione di beneficenza Go Gentle Australia. La donna si era ammalata di cancro alla mammella nel 2010, ma la malattia si era poi allargata anche a ossa, polmoni, cervello e fegato. Robertson aveva deciso di usufruire della nuova legge lo scorso marzo, quando gli effetti collaterali della malattia e il dolore erano ormai diventati insopportabili, hanno raccontato le figlie. Ne aveva poi fatto richiesta a giugno, il giorno stesso in cui la legge sul suicidio assistito nello stato di Victoria era entrata in vigore. Da allora ci sono voluti 26 giorni perché la sua richiesta venisse accettata.

La legge sul suicidio assistito nello stato di Victoria consente ai malati terminali di fare richiesta per un farmaco che induca la morte. I richiedenti devono avere almeno 18 anni di età e una previsione di vita inferiore ai sei mesi. La legge ha numerose salvaguardie per assicurarsi che sia utilizzata solo dalle persone con gravi malattie e sintomi molto dolorosi. Ogni paziente deve fare richiesta a tre diversi medici, appositamente formati per affrontare questo tipo di situazioni. Ogni caso deve essere rivisto da una commissione e si deve inoltre verificare che la richiesta sia volontaria, da parte del paziente, e non frutto di una coercizione.