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  • Domenica 4 agosto 2019

L’agonismo nell’hockey da tavolo

Probabilmente ci avete giocato in qualche sala giochi: è conosciuto nel mondo come "air hockey" e negli Stati Uniti ci sono due associazioni sportive con regole, tornei e classifiche

(United States Air Hockey Association/ Facebook)
(United States Air Hockey Association/ Facebook)

A volte capita di stupirsi del fatto che certe attività siano praticate molto sul serio, in particolare in ambito sportivo. Alcune tra le attività più sorprendenti a cui le persone si dedicano con impegno e passione, infatti, sono certi sport poco conosciuti e che ad alcuni potrebbero sembrare strambi: ci sono fortissimi giocatori di freccette, professionisti di kick volleyball (conosciuto nel Sud-Est asiatico come sepak takraw), tornei di quidditch (lo sport inventato da J.K. Rowling e praticato da Harry Potter), di calcio storico fiorentino e, ormai da qualche anno, ci sono giocatori agonisti anche di air hockey.

Innanzitutto, che cos’è l’air hockey

Forse ne avete sentito parlare come “hockey da tavolo”: è un gioco diffuso anche in Italia, dove però si pratica soprattutto nelle sale giochi e non a livello agonistico. L’unica cosa che ha in comune con l’hockey è che si gioca con un piccolo disco e che l’obiettivo è farlo finire nella porta avversaria. La porta dell’air hockey però è una fessura larga una ventina di centimetri e non si gioca a squadre su un campo di ghiaccio, ma uno contro uno su un tavolo di 2 metri e mezzo per un metro circa. Per muovere il disco sulla liscia superficie del tavolo e tirare verso la porta dell’avversario si usa una specie di manopola, con il fondo piatto e un bordo circolare usato per colpire il disco e per difendere la propria porta.


I protagonisti di Spider-Man Far From Home Zendaya e Tom Holland che giocano a air hockey

Le regole di base sono semplici: il campo è diviso a metà e bisogna fare gol colpendo il disco senza mai sconfinare nella metà campo dell’avversario. Queste sono le regole che segue chi gioca con gli amici nelle sale giochi, e sono sufficienti. I tornei internazionali invece ne hanno altre, e sul sito della USAA (United States Air Hockey Association, la prima associazione statunitense di questo sport) si può leggere il loro regolamento ufficiale: in sintesi, il primo giocatore che arriva a 7 punti vince la partita; si può colpire il disco con ogni parte della manopola; se il disco entra nella porta avversaria e rimbalza fuori non è gol; il disco non può essere bloccato con la parte inferiore della manopola; il disco non può essere toccato con le mani, salvo alcune eccezioni; se si commette fallo, si perde il possesso del disco.

Gli agonisti dell’air hockey

La prima cosa da sapere è che i giocatori di alto livello non sono molti: l’Air Hockey Players Association (AHPA), l’associazione nata da una scissione con la USAA, organizza ogni anno un torneo internazionale, a cui partecipano generalmente tra i 50 e i 100 giocatori. Di questi, ai primi 10 viene riconosciuto il livello “master”, mentre ai giocatori che vanno dall’11° al 24° posto viene riconosciuto il livello “pro”. Il New York Times ha raccontato la storia di uno di loro, Justine Flores, che ha 30 anni ed è originario di Houston, in Texas, una parte degli Stati Uniti dove per qualche motivo l’air hockey si è molto diffuso a partire dagli anni Settanta. Quando si trasferì a New York nel 2013 rimase stupito del fatto che nessuno in città fosse interessato all’air hockey. Per rimediare, Flores andò in un bar di Brooklyn dotato di tavolo da air hockey e sparse la voce: avrebbe pagato una birra a chiunque fosse riuscito a batterlo. Finora, dice il New York Times, non ha dovuto pagarla a nessuno, ma nel frattempo ha trovato diverse persone che si sono interessate all’air hockey e ha fatto loro da maestro.


Tra loro c’è una fisioterapista con un passato nella boxe, Liz Cash, la quale non sapeva che l’air hockey potesse essere uno sport agonistico prima di incontrare Flores. Avendo avuto molti infortuni ai polsi mentre praticava boxe, Cash trovò nell’air hockey uno sport meno dispendioso fisicamente ma comunque appagante dal punto di vista competitivo. Anche se può sembrare assurdo, serve molto allenamento anche per praticare uno sport come l’air hockey, e c’è un grande divario tra un giocatore esperto e uno amatoriale: per cominciare, quello amatoriale probabilmente manovrerà la manopola impugnandola con tutta la mano (come sembra naturale fare), mentre i professionisti la manovrano con le dita direttamente sul bordo della base. Poi, si utilizzano varie tecniche per non dare punti di riferimento all’avversario, per esempio facendo rimbalzare continuamente il disco sul bordo laterale del tavolo oppure facendolo muovere circolarmente nella propria metà campo, toccandolo più volte con la manopola per poi colpirlo all’improvviso.

Ai tornei internazionali di air hockey organizzati dalla AHPA partecipano soprattutto giocatori statunitensi, ma a volte ci sono stati anche giocatori provenienti da Russia, Spagna, Venezuela e Singapore. In nessuno di questi paesi il movimento dell’air hockey agonistico ha raggiunto i livelli statunitensi, ma non si può dire neanche che negli Stati Uniti l’air hockey sia uno sport popolare. Secondo la AHPA non c’è un grande interesse degli sponsor perché non c’è ancora l’interesse del grande pubblico: per questo anche i primi giocatori del ranking non si mantengono con l’air hockey e hanno tutti altre professioni. Per intenderci, il vincitore del torneo organizzato dall’AHPA ha diritto a un premio che oscilla tra i 500 e i 1000 dollari, a seconda del numero di partecipanti, i quali pagano una quota di iscrizione direttamente proporzionale al loro livello. I principianti pagano 30 dollari (circa 27 euro), i “master” pagano 145 dollari (circa 131 euro).


Il giocatore più forte in questo momento è Colin Cummings, primo nel ranking di entrambe le associazioni americane. Vinse il suo primo torneo internazionale nel 2015, a 16 anni, e ha vinto anche l’ultima edizione del torneo, che si è svolta tra il 26 e il 28 luglio scorsi.