C’è una piccola perdita radioattiva causata da un sottomarino russo inabissato 30 anni fa nel Mare di Norvegia

 (AP-PHOTO/bsp)
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Una spedizione marina congiunta Norvegia-Russia ha rilevato una piccola perdita radioattiva dal sottomarino nucleare russo Komsomolec, affondato nel 1989 a sud-ovest dell’Isola degli Orsi, nel Mar Glaciale Artico tra Capo Nord e le isole Svalbard. Secondo i ricercatori, le radiazioni sono comunque molto contenute: sono pari a circa 100 Becquerel per litro, contro gli 0,001 per litro rilevati in altre aree del Mare di Norvegia. Le radiazioni non sono considerate pericolose per la fauna marina né per le persone. Il Komsomolec funzionava grazie a un singolo reattore nucleare e aveva due testate nucleari, tutti ancora presenti a bordo a una profondità di circa 1.700 metri. Nel suo inabissamento, dovuto a un incendio, morirono 42 dei 69 membri dell’equipaggio. Il livello di radiazioni più alto è stato rilevato in prossimità di alcuni condotti del relitto, dove i ricercatori si aspettavano di trovare qualche anomalia, considerata la storia del sottomarino e le sue condizioni.