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  • Mercoledì 10 luglio 2019

Parigi vuole fare i conti coi monopattini

Sono stati introdotti un anno fa senza regole precise: ora ce ne sono 20.000, causano diversi problemi e la sindaca Hidalgo vuole intervenire imponendo limiti e restrizioni

(Christian B'hmer/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Christian B'hmer/picture-alliance/dpa/AP Images)

Nel giugno del 2018 a Parigi – per ridurre il numero di auto sulle strade, le emissioni inquinanti e per ampliare le offerte di mobilità sostenibile – fu permessa l’introduzione dei monopattini elettrici in sharing. L’amministrazione cittadina, però, non introdusse una precisa e adeguata regolamentazione e il risultato, a distanza di un anno, è quello che la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha definito «anarchia dei monopattini». Seppur in modo tardivo è dovuta dunque intervenire con limiti di velocità, multe e restrizioni varie, costretta anche dalla morte di due persone in altrettanti incidenti con il monopattino.

(Waltraud Grubitzsch/picture-alliance/dpa/AP Images)

I monopattini elettrici in sharing sono quelli che si possono noleggiare con un’app, e poi possono essere lasciati per strada in attesa che li prenda qualcun altro. Sono sempre più diffusi e a Parigi ce ne sono circa 20 mila gestiti da dodici diverse società: le previsioni dicevano che entro la fine di quest’anno sarebbero raddoppiati. Come è successo quasi ovunque, i monopattini sono arrivati senza che le città si dotassero di regole apposite e anche a Parigi sono rimasti in un’area grigia. Per esempio non è chiaro se debbano circolare in strada, sulle piste ciclabili o sui marciapiedi; e non è chiaro nemmeno che limiti di velocità debbano rispettare: i monopattini elettrici possono raggiungere facilmente i 25 chilometri all’ora, pur non avendo la stabilità di una bicicletta o di un motorino.

Questa rapida diffusione senza regole precise ha portato a una situazione di grande confusione: monopattini sui marciapiedi o parcheggiati in modo inappropriato agli angoli delle strade, velocità fuori controllo con conseguenti rischi per la sicurezza di chi li usa e dei pedoni e diversi incidenti. Lo scorso giugno, un ragazzo di 25 anni che circolava su un monopattino elettrico nel XVIII arrondissement è morto in ospedale dopo essersi scontrato con un camion. Lo scorso aprile era morto un uomo di 81 anni, dopo essere stato investito da un monopattino.

In giugno, l’Assemblea Nazionale, all’interno di una nuova legge sulla mobilità, ha deciso di modificare il codice della strada per introdurre nuove regole che hanno a che fare proprio con i monopattini elettrici: tra le novità più significative ci saranno il divieto di circolazione sui marciapiedi e il limite massimo di velocità a 20 chilometri all’ora. L’Assemblea Nazionale – dopo un dibattito molto vivace – ha però votato contro l’obbligo di indossare il casco: «I caschi sono raccomandati e ognuno si assumerà le proprie responsabilità», ha detto la ministra dei Trasporti Elisabeth Borne.

Nel frattempo, sempre in giugno, la sindaca di Parigi Anne Hidalgo ha annunciato una serie di nuovi regolamenti per la città, in linea con quanto deciso a livello nazionale: limite di velocità a 2o chilometri orari e 8 nelle aree pedonali, divieto di circolazione nei parchi e sui marciapiedi con conseguente multa per chi infrange la regola, multe anche per parcheggio non corretto, tasse per le aziende che li gestiscono, e la promessa di ridurre il numero degli operatori da 12 a 3 o 2. Sembra però che un mercato già troppo saturo e diversi errori strategici nella sperimentazione di questa forma di micromobilità stiano facendo una parte del lavoro.

(Waltraud Grubitzsch/picture-alliance/dpa/AP Images)

Secondo un recente articolo del quotidiano parigino Les Echos, almeno 6 delle 12 società che gestiscono a Parigi i monopattini elettrici (Bolt, Wind, Hive, Ufo, Voi e Tier) hanno ridotto o sospeso volontariamente l’offerta del servizio. Molte di queste aziende hanno segnalato problemi di vandalismo e danni: Bolt, una società estone che opera a Parigi dal settembre del 2018, ha ad esempio fatto sapere di aver “temporaneamente” sospeso il servizio: «Questa decisione è motivata dall’abbondanza di attori sul mercato – oggi ci sono troppi monopattini in servizio in proporzione al loro tasso di utilizzo – e dai conseguenti costi di manutenzione per ovviare a malfunzionamenti e atti dolosi (danni, furti)».

In Italia, i monopattini sono arrivati alcuni mesi fa a Milano e nel giro di poche settimane ci sono già sei diverse compagnie che ne operano di propri, con problemi simili a quelli che ha avuto Parigi, specialmente per quanto riguarda il traffico e il disordine sui marciapiedi. A maggio il ministero dei Trasporti ha introdotto regole per l’uso di monopattini elettrici, ma sarà ogni città a dover decidere con precisione in che misura permetterne l’utilizzo.

Aggiornamento: un sopralluogo del Post un mese dopo la pubblicazione di questo articolo mostra che in effetti le società di sharing presenti sono diminuite ma l’uso e il numero dei monopattini rimangono altissimi in tutta la città (e anche il parcheggio piuttosto libero).