Le vendite di alcol in Scozia hanno raggiunto il loro minimo storico grazie a una legge introdotta un anno fa

Un negozio di whisky a Edimburgo (Jeff J Mitchell/Getty Images)
Un negozio di whisky a Edimburgo (Jeff J Mitchell/Getty Images)

Nel 2018 le vendite di bevande alcoliche in Scozia sono diminuite del 3 per cento, raggiungendo il minimo storico da quando all’inizio degli anni Novanta si sono iniziati a raccogliere dati a riguardo. Questo calo, secondo un resoconto fornito dal Servizio sanitario nazionale scozzese, sarebbe dovuto all’introduzione nel maggio del 2018 di un prezzo minimo per l’alcol. Da allora, infatti, il prezzo delle bevande alcoliche non può essere inferiore a 50 pence (57 centesimi di euro) per ogni grado di alcol per litro: una bottiglia di sidro da due litri e cinque gradi, per esempio, deve costare almeno 5 sterline (5,6o euro). Una bottiglia di vino da 13 gradi e 0,75 litri non può costare meno di 5 sterline.

Il governo scozzese aveva introdotto un prezzo minimo per contrastare la vendita di bevande alcoliche a basso costo, e attualmente si sta valutando di alzarlo ulteriormente, portandolo a 60 pence per grado di alcol per litro.

I dati raccolti dal MESAS (Monitoring and Evaluating Scotland’s Alcohol Strategy), il progetto istituito per monitorare il consumo di alcol nel paese, mostrano che nonostante la diminuzione registrata, nel 2019 gli scozzesi hanno comunque consumato il 9 per cento di alcol in più di inglesi e gallesi. I dati mostrano inoltre che il consumo di alcol è ancora una delle principali cause di morte prematura nel paese, con una media di 22 persone morte ogni settimana per malattie collegate.