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  • Martedì 4 giugno 2019

In Sudan si torna a votare

Dopo una giornata di violenze contro i manifestanti per la democrazia, i militari hanno deciso di cancellare il periodo di transizione, a due mesi dalla deposizione di Bashir

(David Degner/Getty Images)
(David Degner/Getty Images)

Ieri sera il comitato di militari che gestisce temporaneamente il Sudan, uno dei paesi più grandi e poveri dell’Africa Centrale, ha annunciato che indirà nuove elezioni entro nove mesi, cancellando gli accordi presi con l’opposizione. L’annuncio è arrivato dopo il fallimento delle trattative per formare un governo di transizione composto da militari e civili, e a poche ore di distanza dalle più gravi violenze dal colpo di stato di inizio aprile che aveva portato alla deposizione di Omar al Bashir, che regnava in maniera autoritaria da più di trent’anni.

Inizialmente, i militari e la piattaforma che riunisce le opposizioni si erano accordati per gestire insieme un governo di transizione che sarebbe dovuto durare tre anni, e che avrebbe condotto il paese a nuove elezioni democratiche: ma le due parti non sono mai riuscite a mettersi d’accordo su chi avrebbe dovuto guidare il governo, se i militari o i civili. Ieri sera il capo del comitato dei militari, il generale Abdel Fattah al Burhan, ha annunciato in tv che la sua fazione aveva interrotto i contatti con l’opposizione, promesso nuove elezioni e un governo ad interim fatto di soli militari. Poco prima, l’opposizione aveva fatto sapere di avere interrotto le trattative con i militari, e aveva indetto uno sciopero generale di protesta.

I rapporti fra militari e opposizione si sono deteriorati anche per via della repressione violenta che una parte dell’esercito riserva da settimane ai manifestanti anti-governativi. Lunedì mattina una forza di sicurezza vicina all’ex presidente Bashir aveva attaccato il principale presidio dei manifestanti a Khartoum, la capitale del paese, sparando sulla folla. Secondo al Jazeera l’operazione ha causato almeno 35 morti e centinaia di feriti.

Le proteste contro Bashir erano iniziate a fine dicembre nella città di El Gadarif, e dopo che le forze di sicurezza le avevano represse con estrema violenza si erano allargate ad altre città, arrivando anche a Khartoum. Inizialmente le manifestazioni riguardavano la cancellazione di un sussidio per comprare il pane e il caro vita, ma sono poi diventate proteste contro Bashir, che era al potere da più di trent’anni ed era accusato di corruzione e violenze.