Conte dice che si dimetterà se M5S e Lega continueranno a litigare

Lo ha annunciato nell'attesa conferenza stampa che aveva indetto per oggi

Oggi pomeriggio il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha tenuto una conferenza stampa per aggiornare i giornalisti sulla condizione del governo, che nelle ultime settimane è sembrato più volte sul punto di cadere per via dei continui litigi fra i due partiti che lo sostengono, Lega e Movimento 5 Stelle. Durante una lunga e farraginosa premessa che ha fatto sì che molti si chiedessero quale fosse il senso della convocazione, Conte ha riassunto i principali provvedimenti del governo e ha detto che resta ancora molto da fare.

Il governo, ha sostenuto infine, non si trova in una situazione di «stallo», ma ha ammesso che i rapporti fra i due partiti che compongono la maggioranza si siano deteriorati, con polemiche, accuse reciproche e attacchi sui giornali. Per questo, Conte ha chiesto una “fase 2” domandando pubblicamente ai suoi due vice Matteo Salvini e Luigi Di Maio di dirsi interessati a proseguire nella collaborazione più costruttivamente. Se non dovesse succedere, ha detto Conte, lui si dimetterà dalla sua carica.

«Se non vi fosse una chiara presa di responsabilità delle forze politiche rimetterò il mandato nelle mani del presidente della Repubblica»

Richiesto di una scadenza di questo suo “ultimatum” indiretto, Conte ha tergiversato sostenendo che non sia una questione di date o giorni, ma di “spirito costruttivo”.

– vedi anche: Il video della conferenza stampa di Giuseppe Conte

Sia Salvini che Di Maio avevano già dichiarato nei giorni scorsi la loro intenzione a proseguire l’esperienza di governo. Salvini lo ha ripetuto nuovamente nel corso di un comizio che avveniva contemporaneamente alla conferenza stampa del presidente del Consiglio. Nonostante le rassicurazioni, però, il governo continua a sembrare in difficoltà, in particolare perché la Lega avrebbe oggi tutto l’interesse ad andare al voto, cercando di trasformare in un numero maggiore di seggi l’enorme consenso raggiunto alle elezioni europee.