Calenda dice che “Siamo Europei” potrebbe diventare un partito

A Repubblica ha detto che potrebbe diventare una forza di centro da affiancare al PD, nel caso in cui Zingaretti glielo chiedesse

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

In un’intervista a Repubblica, Carlo Calenda, ex ministro dello Sviluppo economico durante i governi Renzi e Gentiloni, ha detto che il movimento “Siamo Europei” potrebbe in futuro diventare un partito. «Siamo Europei può diventare un partito», ha detto a Goffredo De Marchis. Calenda ha spiegato però che Siamo Europei potrebbe diventare un partito se questa indicazione dovesse arrivargli dal Partito Democratico. «Io sono iscritto al PD, lavoro con Zingaretti. Il mio movimento dovrebbe rimanere quello che è: il collante di un mondo più ampio della sinistra. Ma se serve sono pronto a trasformarlo in un soggetto politico».

Calenda alle europee è stato capolista del PD nel Nord Est, risultando il candidato del partito che ha ottenuto il maggior numero di preferenze. Prima delle elezioni aveva lanciato “Siamo Europei”, un manifesto per riunire tutte le forze progressiste italiane in un’unica lista alle elezioni europee. Nell’intervista Calenda dice che “Siamo Europei” potrebbe diventare una formazione di centro, liberaldemocratica, da affiancare al PD per contrastare il successo della destra.

Secondo lei serve una formazione di centro?
“Secondo me sì. Io vedo l’utilità di avere una forza di centro, liberaldemocratica. Sarebbe molto importante costruirla e se nascesse darei sicuramente una mano a mettere insieme tre grandi culture, la sinistra, il cattolicesimo democratico e il liberalismo, con un programma comune. Dobbiamo evitare che il Paese vada non a destra ma verso lo sfascio”.

È già una scissione?
“Assolutamente no. Non farò niente contro il Pd. Mi muovo solo se lo decidiamo insieme”.

Nell’intervista Calenda dice che sarà fondamentale per il futuro del centrosinistra che si formi una coalizione ampia che coinvolga più forze politiche e che abbia «una parte liberaldemocratica, il PD e i Verdi», aggiungendo che questi ultimi non possono essere come quelli italiani: «I nostri Verdi dicono no a tutto, sono un Movimento 5 Stelle in piccolo. Eppoi ci sono +Europa e Italia in comune. Con questi elementi l’alleanza si allarga e si rafforza». Calenda dice anche che il leader di questa coalizione dovrebbe essere l’ex primo ministro Paolo Gentiloni, che «rappresenta la forza tranquilla di cui abbiamo bisogno», e che oggi è il presidente del PD.

Nei mesi scorsi si era parlato molto della possibilità di Calenda di fondare un proprio partito distinto dal PD, e già altre volte aveva mostrato la sua intenzione di andare oltre il centrosinistra per creare una forza centrista. Dopo la pubblicazione dell’intervista, Calenda ha scritto su Twitter criticamente nei confronti del titolo di Repubblica, e ha insistito di non aver detto che fonderà un partito né che lascerà il PD, ma piuttosto che “Siamo Europei” potrebbe diventare una forza politica autonoma in un’alleanza elettorale col PD, soltanto nel caso in cui Nicola Zingaretti glielo chiedesse.