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  • Giovedì 23 maggio 2019

Narendra Modi ha vinto le elezioni in India

Il partito del primo ministro uscente ha aumentato i seggi in Parlamento, staccando nettamente gli avversari

(Kevin Frayer/Getty Images)
(Kevin Frayer/Getty Images)

Il partito del primo ministro indiano uscente Narendra Modi ha vinto le elezioni in India, aumentando i propri seggi in Parlamento e staccando nettamente gli avversari. Lo spoglio dei voti non si è ancora concluso: le elezioni si sono svolte in sette fasi, dall’11 aprile fino al 19 maggio, e hanno coinvolto centinaia di milioni di elettori. Modi ha però già dichiarato vittoria, e secondo le proiezioni la sua Alleanza Nazionale Democratica, la coalizione conservatrice e nazionalista guidata dal Partito Popolare Indiano (BJP), dovrebbe ottenere più di 300 seggi dei 542 disponibili.

La coalizione di opposizione guidata dal Partito del Congresso, che ha governato l’India per quasi tutta la sua storia indipendente, è in vantaggio in circa 85 collegi, secondo Reuters. Rahul Gandhi, presidente del partito e appartenente a una delle famiglie più potenti dell’India, è stato battuto nel collegio in cui era candidato, quello storicamente associato ai Gandhi, nello stato dell’Uttar Pradesh.

La vittoria di Modi non era scontata, dopo che il suo partito aveva perso nelle elezioni locali che si erano tenute in tre stati a dicembre. In molti prevedevano che avrebbe avuto bisogno di creare nuove alleanze per raggiungere la maggioranza. Il risultato invece suggerisce che Modi occupi ormai una posizione egemone nella politica indiana, e che il consenso per il nazionalismo induista sia molto radicato.

Durante la campagna elettorale si era parlato soprattutto di economia, di disoccupazione e degli scontri con il Pakistan. Durante il suo primo mandato Modi aveva insistito molto sullo sviluppo e la crescita economica, promettendo tra le altre cose che avrebbe creato 10 milioni di posti di lavoro. Lo scorso gennaio, però, era stato diffuso un dato secondo cui il tasso di disoccupazione sarebbe stato del 6,1 per cento nel periodo 2017-2018: il più alto degli ultimi 45 anni. Il Partito del Congresso ha puntato molto sulle difficoltà del paese e sul disagio delle classi più povere, promettendo un reddito minimo garantito, cioè un sussidio al 20 per cento delle famiglie più povere dell’India.

Le elezioni indiane per il rinnovo della camera bassa del Parlamento (Lokh Saba, la cosiddetta Camera del popolo) sono considerate le più grandi e più imponenti della storia della democrazia mondiale, a causa dell’enorme numero di persone che avevano diritto di voto: quasi 900 milioni. Alle elezioni dovevano essere eletti 543 dei 545 membri della camera bassa del Parlamento indiano, ma la commissione elettorale indiana ha annullato il voto nel collegio di Vellore, dopo che era stato scoperto un sistema di voto di scambio. Gli altri due seggi saranno riservati ai rappresentanti della comunità anglo-indiana (cioè i discendenti delle famiglie di origine mista, britannica e indiana, risalenti all’epoca coloniale), nominati direttamente dal presidente.