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  • Domenica 5 maggio 2019

Continuano le polemiche su Salone del libro e fascismo

Ora si è dimesso il giornalista Christian Raimo, membro del Comitato editoriale del Salone

(ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)
(ANSA/ALESSANDRO DI MARCO)

Da giorni vanno avanti le polemiche sulla presenza al Salone del libro di Torino (che si svolgerà dal 9 al 13 maggio) della casa editrice Altaforte, vicina a Casapound, e del suo libro Io sono Matteo Salvini. Intervista allo specchio, un libro-intervista al ministro dell’Interno Matteo Salvini. Le polemiche sembravano essersi concluse sabato, dopo un post su Facebook del Comitato di indirizzo del Salone, che era stato chiamato in causa da un precedente post del direttore Nicola Lagioia. Lagioia aveva spiegato la distanza da posizioni fasciste del Comitato editoriale del Salone, aveva assicurato che Salvini non avrebbe presentato il suo libro e aveva invitato i politici a non strumentalizzare l’evento.

Sabato però Christian Raimo, giornalista, insegnante e membro del Comitato editoriale, ha scritto in un post su Facebook, poi cancellato, che – come riporta il Corriere – «Nell’ultimo anno le cose sono cambiate. I neofascisti si stanno organizzando. (…) Matteo Salvini è dichiaratamente organico a quel mondo, e non a caso pubblica la sua intervista con Altaforte»; e anche che «le idee neofasciste, sovraniste sono la base per l’ideologia della forza maggioritaria di governo». Raimo ha anche accusato alcuni giornalisti, scrivendo che «tutti i giorni in tv, sui giornali, con i loro libri sostengono un razzismo esplicito e formano think tank organici con il governo», nominando Alessandro Giuli, ex condirettore del «Foglio» e direttore di Tempi; Francesco Borgonovo, vicedirettore di La Verità; Adriano Scianca, responsabile culturale di CasaPound Italia; e l’editore Francesco Giubilei. Il post di Raimo ha provocato ulteriori proteste, tra cui l’intervento di Lucia Borgonzoni, sottosegretaria leghista ai Beni culturali, che ha parlato di «lista di proscrizione».

Alla fine Raimo si è dimesso spiegando, sempre su Facebook, che si trattava di un’opinione strettamente personale e di non voler danneggiare il Salone.

Lo ha difeso in una nota Lagioia, che ha infine invitato a chiudere le polemiche e concentrarsi sugli eventi del Salone.