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  • Venerdì 3 maggio 2019

Nessuno vuole pubblicare l’autobiografia di Woody Allen

Il New York Times scrive che diversi grandi editori si sono rifiutati di farlo, dopo che sono riemerse le vecchie accuse di molestie sessuali alla figlia adottiva

(Kevin Winter/Getty Images)
(Kevin Winter/Getty Images)

Il New York Times ha raccontato che l’anno scorso Woody Allen ha proposto un memoir – che è un racconto della propria vita in prima persona ma diverso dall’autobiografia, che è il racconto di tutta la vita – a diverse case editrici statunitensi, ma che tutte si sono rifiutate di pubblicarlo per non associare la loro immagine a quella di Allen. Nel pieno del movimento femminista del #MeToo, Allen era stato criticato per aver parzialmente difeso l’ex produttore cinematografico Harvey Weinstein, mentre era tornata a galla la vecchia accusa di aver molestato sessualmente la figlia adottiva Dylan Farrow. Alcuni attori, come Colin Firth, dissero che non avrebbero più lavorato con Allen, altri che l’avevano fatto di recente, tra cui Rebecca Hall e Timothée Chalamet, decisero di devolvere il ricavato del loro compenso a organizzazioni che combattono le molestie sessuali; per lo stesso motivo Amazon non ha distribuito il suo film, A Rainy Day in New York, e ha rescisso un contratto che prevedeva un totale di quattro film.

Il New York Times ha parlato con i responsabili di quattro grossi editori americani che gli hanno raccontato che molte case editrici hanno rifiutato, alcune senza nemmeno leggerlo, il manoscritto di Allen che avevano ricevuto dal suo agente. Hanno detto che nessun editore sembra aver firmato un contratto con Allen e se l’ha fatto, l’ha tenuto abilmente nascosto. Alcuni hanno usato la parola “tossico” per descrivere il rischio di lavorare con Allen al momento: non solo per scrupoli etici ma anche per il rischio di un grosso fallimento commerciale.

Del contenuto del libro non si sa niente e la scrittrice Daphne Merkin, da tempo amica di Allen, ha detto che lui ne parla come di un progetto a cui lavora da un po’, di non aver letto il manoscritto e di non sapere di che anni della sua vita parli e se affronti o meno le accuse di molestie, anche se ha aggiunto che «è probabile che il memoir racconti il suo punto di vista». Il New York Times ha provato a contattare la società di produzione di Allen ma non ha ottenuto risposta mentre sua sorella Letty Aronson ha detto di non sapere che Allen avesse scritto un memoir.

Woody Allen non ha mai scritto un’autobiografia; nel 2003 stava per concludere un accordo con la casa editrice Penguin per 3 milioni di dollari, ma finì per chiedere più soldi e non se ne fece niente.