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  • Sabato 30 marzo 2019

Oggi la Slovacchia elegge il suo nuovo presidente

La favorita dal primo turno è l’avvocata ambientalista Zuzana Čaputová, che potrebbe essere la prima donna a ricoprire la carica nel paese

Zuzana Čaputová. (VLADIMIR SIMICEK / AFP /LaPresse)
Zuzana Čaputová. (VLADIMIR SIMICEK / AFP /LaPresse)

In queste ore in Slovacchia si sta tenendo il secondo turno delle elezioni presidenziali, dove è data favorita l’avvocata ambientalista Zuzana Čaputová, che lo scorso 17 marzo aveva vinto il primo turno con il 40,5 per cento dei voti. Il ballottaggio è quindi tra Čaputová e il candidato del partito di centrosinistra Direzione – Socialdemocrazia (Smer), Maroš Šefčovič, già vicepresidente della Commissione Europea e Commissario europeo per l’unione energetica dal 2014, che aveva ottenuto il 18,7 per cento dei voti.

Čaputová in questi giorni è sempre rimasta la favorita e, salvo sorprese, diventerà la prima presidente donna della Slovacchia. Il ruolo è per lo più cerimoniale e di rappresentanza, ma rimane molto importante per quanto riguarda la lotta alla corruzione – uno dei punti principali del programma di Čaputová – dal momento che il presidente ha potere di veto sulla nomina di magistrati e giudici.

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Čaputová ha 45 anni, è divorziata e ha due figli; è di orientamento liberale ed europeista e appartiene al piccolo partito Slovacchia Progressista, nato nel 2017 e per ora senza rappresentanza in Parlamento. Sostiene il matrimonio e l’adozione per le coppie omosessuali. Non ha mai ricoperto un incarico politico e la sua candidatura è emersa l’anno scorso dopo l’omicidio nel febbraio 2018 del giornalista Ján Kuciak, che stava lavorando a un caso di corruzione che coinvolgeva politici e uomini d’affari, e della sua fidanzata Martina Kušníro. L’uccisione di Kuciak attirò le attenzioni dei governi europei e provocò l’inizio delle più grandi proteste antigovernative tenute in Slovacchia dalla fine del comunismo, trent’anni fa, che portarono alle dimissioni del primo ministro Robert Fico, leader di Smer.

La fama di Čaputová in Slovacchia è dovuta al suo attivismo: per quasi 15 anni si è opposta alla costruzione di una discarica nella città di Pezinok, uno dei centri principali della regione vinicola della Slovacchia. Diversi uomini politici e d’affari avevano interessi importanti nella costruzione della discarica, tra cui l’imprenditore slovacco Marian Kocner, che è accusato di essere il mandante dell’omicidio di Kuciak e di Kušníro. Nel 2013 la Corte Suprema aveva dato ragione alla comunità di Pezinok, vietando la costruzione della discarica.

«Combattiamo il male insieme» è lo slogan principale della sua campagna, impostata sulla lotta contro la corruzione che, insieme alla sua proposta di riformare il sistema giudiziario del paese, le ha portato la maggioranza dei consensi al primo turno, strappandoli ai partiti tradizionali. Molti giornali stranieri e italiani l’hanno definita l’argine al populismo e al nazionalismo nel fronte di Visegrád (il gruppo di paesi dell’Europa orientale che oltre alla Slovacchia comprende anche la Repubblica Ceca, la Polonia e l’Ungheria e che negli ultimi anni si è dimostrato ostile a riformare il sistema europeo di accoglienza per i migranti e ha spesso fatto fronte comune all’interno dell’Unione Europea in materie che vanno dalla sicurezza all’economia).

Il suo avversario Šefčovič è il politico slovacco più in vista all’interno dell’Unione Europea, dove ricopre la carica di vice presidente della Commissione Europea e commissario europeo per l’Unione energetica, ed è molto apprezzato anche in patria, ma appartiene al partito che sta governando ora il paese, Smer, ancora presieduto da Fico, e questa associazione con la vecchia classe dirigente potrebbe giocare a suo sfavore. La campagna di Šefčovič è stata incentrata sulla sua esperienza di diplomatico e sulla promessa di migliorare il sistema pensionistico. Inoltre ha attaccato le posizioni liberali di Čaputová per quanto riguarda il matrimonio omosessuale, sottolineando più volte i suoi valori cristiani.