Un ex soldato britannico è stato incriminato per l’omicidio di due persone durante il Bloody Sunday

(PA via AP, File)
(PA via AP, File)

Un ex soldato britannico è stato incriminato per l’omicidio di due persone durante il cosiddetto Bloody Sundayla strage avvenuta il 30 gennaio 1972 in Irlanda del Nord, quando i soldati britannici uccisero 14 persone durante una manifestazione pacifica per i diritti civili. Secondo la procura generale dell’Irlanda del Nord ci sono abbastanza prove per dire che l’ex militare identificato come “Soldato F” abbia ucciso James Wray e William McKinney, e abbia tentato di uccidere Joseph Friel, Michael Quinn, Joe Mahon e Patrick O’Donnell. Non sono state trovate prove a sufficienza per incriminare altri sedici soldati dell’esercito britannico e due membri del gruppo terroristico dell’IRA indagati per la strage del Bloody Sunday.

La strage avvenne durante una manifestazione per i diritti civili a Derry, in Irlanda del Nord. I manifestanti protestavano contro una legge speciale emanata dal governo irlandese unionista – cioè favorevole all’appartenenza dell’Irlanda del Nord al Regno Unito, contrariamente agli indipendentisti – secondo cui bastava l’approvazione del ministero dell’Interno dell’Irlanda del Nord per arrestare gli oppositori senza processo e a tempo indefinito. L’esercito aveva l’ordine di disperdere la folla, ma improvvisamente i soldati iniziarono a sparare colpendo 26 persone, di cui cinque alla schiena mentre cercavano di scappare. In seguito i soldati raccontarono di aver sentito colpi d’arma da fuoco provenienti dai manifestanti, ma le loro dichiarazioni furono contraddette da quelle di molti testimoni che dichiararono di non aver visto armi tra i partecipanti al corteo.

Una prima inchiesta sulla strage fu aperta nelle settimane seguenti dall’allora primo ministro britannico Edward Heath: in quel caso le autorità e i soldati britannici vennero prosciolti da ogni accusa, ma venne in seguito considerato un insabbiamento di quanto accaduto. Nel gennaio del 1998 l’allora premier Tony Blair annunciò l’apertura di una nuova inchiesta – affidata a Lord Saville of Newdigate – basata su nuove prove e testimonianze. Le indagini durarono dodici anni e stabilirono che tutte le persone uccise erano disarmate, tranne un ragazzino, Gerard Donaghey, che probabilmente aveva con sé alcune bombe carta. Inoltre nessun manifestante aveva aggredito in alcun modo i soldati, che spararono dunque per primi senza alcuna provocazione e senza neanche avvisare la folla. In seguito alla pubblicazione del rapporto nel 2010 la polizia dell’Irlanda del Nord aveva avviato una nuova indagine, i cui risultati sono stati pubblicati oggi.