L’Italia firmerà un documento di intesa per appoggiare la discussa “Belt and Road Initiative” della Cina, dice il Financial Times

Il presidente della Cina, Xi Jinping. (Lintao Zhang/Getty Images)
Il presidente della Cina, Xi Jinping. (Lintao Zhang/Getty Images)

Nei prossimi mesi l’Italia dovrebbe sottoscrivere un memorandum di intesa per sostenere la Belt and Road Initiative (BRI), il grande e discusso programma della Cina per costruire infrastrutture in più di 80 paesi del mondo. Lo ha detto al Financial Times il sottosegretario allo Sviluppo Economico Michele Geraci, spiegando che sono ancora in corso negoziati tra Cina e Italia ma che il documento potrebbe essere firmato già durante la visita in Italia del presidente cinese Xi Jinping a fine marzo.

La BRI è un programma molto discusso con cui la Cina sta investendo enormi capitali per costruire infrastrutture in decine di paesi, specialmente in Asia e in Africa. Secondo i critici del programma, la BRI è un modo con cui la Cina sta provando ad assicurarsi influenza sull’economia mondiale per i prossimi decenni, legando a sé moltissimi paesi tramite prestiti, finanziamenti e il controllo diretto di grosse infrastrutture commerciali (come porti e stazioni di interscambio). In Europa, fino ad ora sono stati Grecia e Portogallo i due paesi ad essersi dimostrati più aperti rispetto alla BRI, mentre altri – tra cui Francia e Germania – hanno chiesto più attenzione e cautela rispetto agli investimenti cinesi in Europa. Geraci ha spiegato che lo scopo dell’iniziativa è quello di far crescere le esportazioni italiane in Cina. Se l’Italia firmasse il memorandum di intesa, sarebbe il primo paese del G7 a farlo.