Dopo il ritiro del proprio esercito dalla Siria, gli Stati Uniti lasceranno 200 soldati nel paese per le operazioni di peacekeeping

Un soldato americano dentro a un veicolo corazzato a Manbij, nel nord della Siria, nell'aprile del 2018. (AP Photo/Hussein Malla, File)
Un soldato americano dentro a un veicolo corazzato a Manbij, nel nord della Siria, nell'aprile del 2018. (AP Photo/Hussein Malla, File)

La Casa Bianca ha annunciato che dopo il ritiro del proprio esercito dalla Siria, gli Stati Uniti lasceranno 200 soldati nel paese per le operazioni di peacekeeping.

A dicembre il presidente Donald Trump aveva deciso il ritiro unilaterale di tutte le truppe statunitensi dalla Siria, tra lo stupore e l’incredulità di amici e avversari. Trump aveva detto che nel giro di 30 giorni i circa 2mila soldati statunitensi impiegati nel nord-est e nel sud-est della Siria sarebbero tornati a casa, perché lo Stato Islamico (o ISIS) era stato sconfitto. In seguito però gli Stati Uniti si erano dovuti rimangiare la promessa di ritiro. Al momento nel paese rimangono poche centinaia di miliziani dell’ISIS e le Forze democratiche siriane (SDF), una coalizione di arabi e turchi che da più di tre anni sta combattendo contro il Califfato islamico, stanno evacuando le ultime zone sotto il controllo dell’ISIS.

I 200 soldati rimarranno in Siria per le operazioni di peacekeeping per un periodo di tempo non specificato. Non è chiaro nemmeno se le truppe statunitensi rimarranno in Siria sotto l’autorità delle Nazioni Unite, che solitamente coordina le operazioni di peacekeeping nelle zone di combattimento.