Nel Regno Unito anche tre parlamentari Conservatrici hanno lasciato il proprio partito per unirsi al nuovo gruppo indipendente

Il gruppo di parlamentari britannici Laburisti e Conservatori con cui la prima ministra Theresa May aveva cercato di trovare un punto d'incontro su Brexit il 21 gennaio 2019: la quarta da sinistra è Anna Soubry e la terza da destra Sarah Wollaston, che oggi sono uscite dal Partito Conservatore a causa del loro disaccordo per la gestione di Brexit (Leon Neal/Getty Images)
Il gruppo di parlamentari britannici Laburisti e Conservatori con cui la prima ministra Theresa May aveva cercato di trovare un punto d'incontro su Brexit il 21 gennaio 2019: la quarta da sinistra è Anna Soubry e la terza da destra Sarah Wollaston, che oggi sono uscite dal Partito Conservatore a causa del loro disaccordo per la gestione di Brexit (Leon Neal/Getty Images)

Mercoledì mattina tre parlamentari del Partito Conservatore britannico hanno annunciato di avere lasciato il proprio partito: si uniranno al gruppo parlamentare indipendente istituito lunedì da sette – otto da stamattina – parlamentari che facevano parte del Partito Laburista. La scissione tra i laburisti, la più grave accaduta al Partito dagli anni Ottanta, è avvenuta a causa di profondi disaccordi su Brexit, della svolta a sinistra del partito voluta dal suo leader Jeremy Corbyn e delle accuse di antisemitismo nei confronti di Corbyn e di alcuni dei suoi sostenitori. Anche l’uscita di Sarah Wollaston, Heidi Allen e Anna Soubry dal Partito Conservatore è dovuta a Brexit.

In una lettera alla prima ministra Theresa May le tre parlamentari, che erano contrarie all’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, hanno scritto che il Partito Conservatore è «nella morsa» del Democratic Unionist Party (DUP), il maggior partito protestante nord-irlandese, e dell’European Research Group, un’organizzazione parlamentare che da tempo cerca di prendere il controllo dei negoziati su Brexit e spinge per rifiutare ogni accordo con l’UE. Secondo le tre parlamentari il DUP e l’European Research Group hanno «ridefinito il Partito Conservatore, disfacendo tutti gli sforzi per modernizzarlo».

L’uscita di Wollaston, Allen e Soubry dal Partito Conservatore riduce la maggioranza su cui May può fare affidamento nella Camera dei comuni e dunque probabilmente le renderà più difficile far approvare una proposta di accordo su Brexit il 27 febbraio.