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  • Venerdì 1 febbraio 2019

L’inganno di dire che la Sea Watch 3 è uno “yacht”

Toninelli e Salvini dicono che uno "yacht" non può essere usato per salvare i migranti, sfruttando l'ambiguità che quella parola ha in italiano

(FEDERICO SCOPPA/AFP/Getty Images)
(FEDERICO SCOPPA/AFP/Getty Images)

Il ministro dei Trasporti, Danilo Toninelli, venerdì ha scritto un messaggio su Facebook per spiegare come mai la nave Sea Watch 3 sia stata fermata dalla Guardia Costiera dopo aver fatto sbarcare a Catania i 47 migranti che per giorni aveva avuto a bordo. Toninelli ha detto che la Sea Watch 3 – di proprietà della ong tedesca Sea Watch – è stata fermata «per violazioni delle norme in materia di sicurezza della navigazione e di tutela dell’ambiente marino», aggiungendo che l’imbarcazione è registrata nei Paesi Bassi come «pleasure yacht» e che «non è in regola per compiere azioni di recupero dei migranti in mare» visto che «è sostanzialmente uno yacht».

Nel suo post, Toninelli ha ripetuto una cosa che aveva già detto il ministro dell’Interno Matteo Salvini giovedì a Porta a Porta, lasciando intendere l’esistenza di un problema giuridico per il fatto che una barca registrata come “yacht” sia usata per il soccorso di persone in mare. L’uso del termine “yacht” fatto da Toninelli e Salvini, tuttavia, nasconde un inganno legato al modo in cui quella parola viene comunemente usata: cioè con un significato diverso da quello che ha nel gergo tecnico navale. Comunemente, infatti, la parola inglese “yacht” viene usata per riferirsi alle imbarcazioni di lusso di proprietà di persone molto ricche. Tecnicamente, però, la parola indica in generale qualsiasi imbarcazione per uso non commerciale: quelle che in italiano sarebbero chiamate imbarcazioni “da diporto”.

Toninelli, nel suo messaggio, ha sfruttato esplicitamente l’ambiguità del termine per suggerire che la Sea Watch 3 non sia una barca adeguata per il soccorso dei migranti, perché appunto sarebbe un’imbarcazione di lusso da usare per svago. Ha scritto «se tu, milionario, compri uno yacht, vai in navigazione per piacere, non per sostituirti alla Guardia Costiera libica o di altri Paesi». Naturalmente la Sea Watch 3 non è «un’imbarcazione di lusso», come si può facilmente constatare guardandone una qualsiasi fotografia. È un’imbarcazione costruita nel 1973 come nave commerciale e riadattata negli ultimi anni per il suo uso come nave da soccorso.

Durante l’intervista a Porta a Porta, Salvini aveva suggerito invece che il problema non sia tanto nel fatto che la Sea Watch 3 non sia adeguata per il soccorso, quanto che il suo uso come nave “da soccorso” non sia conforme alla sua registrazione come nave da diporto. Altre navi usate per missioni di soccorso (SAR) risultano registrate come tali, a differenza della Sea Watch 3, ma la ong Sea Watch ha spiegato che per le leggi dei Paesi Bassi è legale usare per missioni di soccorso una nave registrata come nave da diporto. Giorgia Linardi, portavoce di Sea Watch Italia, ha inoltre contraddetto Toninelli sul fatto che la Sea Watch 3 sia in stato di “fermo amministrativo”: sembra che non sia infatti arrivata nessuna notifica di fermo, ma solo la richiesta di «alcune piccole attività da fare a bordo prima di poter ripartire in sicurezza».