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  • Giovedì 31 gennaio 2019

La squadra degli ex giocatori del Manchester United

Nella quinta divisione del campionato inglese gioca una squadra di proprietà di cinque vecchie glorie, che ora sono diventate sei con l'arrivo di David Beckham

Una murale all'entrata del Peninsula Stadium di Salford (Getty Images)
Una murale all'entrata del Peninsula Stadium di Salford (Getty Images)

Sepolta nella quinta divisione del campionato di calcio inglese, fra le centinaia di piccole squadre della cosiddetta non league – tutto quello che sta al di sotto delle leghe professionistiche inglesi – c’è una squadra che fra qualche anno potremmo ritrovare alla soglia della Premier League, la massima divisione inglese, circondata da curiosità e aspettative. Cinque anni fa questa squadra bazzicava addirittura nell’ottava divisione, giocava in un campetto di campagna e attirava non più di un paio di centinaia di spettatori poco motivati. Oggi quella stessa squadra, il Salford City Football Club, è salita di tre divisioni e non conserva più una virgola di quel club smandrappato che gli abitanti della zona erano soliti vedere.

Una scalinata del Peninsula Stadium di Salford (Getty Images)

Salford (letto “Sol-ford”) è il centro di uno dei distretti metropolitani della contea che circonda e prende il nome dalla città di Manchester. Proprio per l’immediata vicinanza a uno dei centri industriali e urbani più grandi d’Inghilterra, l’area di Salford è abitata da oltre 200.000 persone. La sua superficie si estende dalla periferia di Manchester fino all’aperta campagna. Quella parte di Manchester è storicamente una zona di tifosi dello United, la squadra più famosa d’Inghilterra, una delle due mancuniane in Premier League. Il centro di Salford dista poco più di due chilometri dal centro sportivo di Carrington, dove si allena lo United, e circa sette dallo stadio Old Trafford: vuol dire che storicamente i giocatori dello United – che siano nati e cresciuti lì o che arrivino da fuori – vanno spesso a viverci.

Nel 2014 il Salford FC è diventato l’ultimo investimento di un gruppetto di questi giocatori, tra i più famosi ad aver giocato nel Manchester United negli ultimi cinquant’anni. I fratelli Phil e Gary Neville, Nicky Butt, Paul Scholes e Ryan Giggs formano quella che in città è conosciuta come la classe del ’92: cinque leggende dello United, nate o cresciute in città e dintorni, che iniziarono a giocare insieme nei primi anni Novanta sotto la guida di Sir Alex Ferguson dopo aver vinto la FA Cup giovanile nel 1992. Nel corso delle loro carriere, trascorse quasi esclusivamente con lo United, vinsero tutto e diventarono fra i giocatori inglesi più rappresentativi degli anni Novanta. Ora si sono tutti ritirati e hanno intrapreso altre carriere. Gary Neville e Paul Scholes alternano incarichi in club o nazionali alle presenze in televisione come opinionisti sportivi. Phil Neville allena la nazionale femminile inglese. Ryan Giggs è l’allenatore del Galles maschile. Nicky Butt è il responsabile delle giovanili dello United.

Paul Scholes segue a bordo campo una partita in trasferta (Nathan Stirk/Getty Images)

La classe del ’92 era già in affari prima di dedicarsi al Salford, essendo proprietaria attraverso la holding CO92 dell’Hotel Football di Manchester, una struttura alberghiera con vista sull’Old Trafford frequentata soprattutto da tifosi. La figura imprenditoriale più esperta che li univa era ed è tuttora il singaporiano Peter Lim, uno fra gli uomini più ricchi del suo paese, che conobbe i giocatori negli anni Novanta gestendo il marchio dello United in Asia. Lim è socio dell’Hotel Football e dal 2014 è socio di maggioranza della squadra di calcio spagnola del Valencia, che nel 2016 fece allenare per un periodo a Gary Neville (fra polemiche e risultati negativi).

Lim è entrato nel Salford qualche mese dopo l’acquisizione da parte di CO92. Negli ultimi cinque anni ha posseduto il cinquanta per cento delle quote del club ed è stato il socio di maggioranza, seppur con un ruolo operativo marginale, dato che la gestione è affidata agli ex giocatori. A gennaio però la posizione di Lim nel Salford è passata in minoranza in seguito all’ingresso fra gli azionisti del membro mancante e più famoso della classe del ’92, David Beckham, che si è aggiunto ai compagni comprando il dieci per cento delle quote: ora quindi gli ex giocatori dello United detengono insieme la maggioranza del club, con il sostegno finanziario di Lim.

L’obiettivo della classe del ’92 è portare il Salford fino alla seconda divisione entro quindici anni. Ne sono passati cinque e la squadra ha già ottenuto tre promozioni in quattro stagioni (due anni fa il passaggio di categoria è stato solo sfiorato, con l’eliminazione nella semifinale dei playoff promozione).

In questi anni il club è cambiato completamente. Fino al 2014 la squadra era composta soltanto da giocatori dilettanti che dedicavano al Salford il loro tempo libero, avendo tutti dei lavori a tempo pieno. La società era gestita da volontari che al massimo riuscivano a distribuire ai giocatori un centinaio di sterline a partita. In una recente intervista a ESPN, Phil Neville ha parlato della composizione della squadra dopo il l’acquisto, dicendo che quasi la metà dei giocatori di allora decise di lasciare il club al loro arrivo perché non aveva intenzione di rinunciare alla propria occupazione.

Gary Neville e Nicky Butt con Richie Allen, attaccante del Salford, dopo una vittoria in FA Cup (Getty Images)

La classe del ’92 ha imposto infatti un’organizzazione da club professionistico, nonostante il Salford sia ancora nel dilettantismo. Come prima cosa richiese l’ingaggio di giocatori professionisti o almeno in grado di poter sostenere una mole di lavoro da categoria superiore. Iniziarono ad arrivare anche i primi veri stipendi di circa 400 sterline al mese. Ai primi allenamenti, poi, i giocatori del Salford videro arrivare Paul Scholes e Ryan Giggs in tenuta da gioco, pronti per allenarsi con il resto della squadra, e lì si resero conto di cosa stava succedendo.

La gestione del Salford è alternata: il club ha una decina di dipendenti che si occupano della gestione giornaliera e l’ex tesoriera è diventata presidente. Ma a occuparsi della parte sportiva sono quelli della classe. Scholes è fra i più presenti, in quanto nativo di Salford e non ostacolato dai suoi impegni come opinionista televisivo. Phil Neville ha seguito la costruzione della squadra nei primi tempi, ma poi ha iniziato a lavorare come assistente tecnico in Premier League. Suo fratello Gary, invece, continua a occuparsi del progetto in prima persona e insieme a Scholes segue le partite della squadra e parla spesso alla stampa. Tutti però si riuniscono periodicamente.

Il nuovo Peninsula Stadium di Salford (Getty Images)

Dopo le promozioni e la riorganizzazione della squadra, il vecchio stadio di Moor Lane è il simbolo più evidente delle ambizioni del Salford. Lo stadio locale esiste dagli anni Cinquanta ma da tre anni non è più un campetto di campagna circondato da piccole gradinate di cemento con poco più di mille posti. Ora si chiama Peninsula Stadium – dal nome dello sponsor – ha oltre 5.000 posti a sedere al coperto, un sistema di illuminazione e piccoli spazi commerciali all’esterno: insomma, un vero e proprio stadio che già nelle condizioni attuali potrebbe ospitare un campionato di categoria superiore. Dai trecento tifosi di un tempo, ora il Salford gioca davanti a una media di 2.500 spettatori, un numero che la proprietà prevede di aumentare con le prossime promozioni, nonostante la rifondazione del club sia stata accompagnata dai malumori di alcuni vecchi affezionati non a loro agio con tutti i cambiamenti avvenuti, compresi quelli del logo e dei colori sociali.

(Getty Images)

Lo scozzese Graham Alexander, dopo una carriera da giocatore passata per lo più in Premier League con il Burnley e nelle serie minori inglesi, è stato ingaggiato come allenatore al termine della passata stagione con un contratto di quattro anni. Alexander viene dalla terza serie ma finora sembra stia gestendo bene il “salto” verso il basso: il Salford è attualmente secondo in National League, in piena zona playoff e a soli tre punti dal primo posto del Leyton Orient. In squadra ha un paio di giocatori da categorie superiori che dimostrano come la proprietà stia già spendendo molto per essere ancora fra i dilettanti. La scorsa estate, per esempio, è stato acquistato dalla prima divisione scozzese l’attaccante irlandese Adam Rooney, il quale ha accettato di scendere di almeno tre divisioni in cambio di uno stipendio di quasi 4.000 sterline a settimana.

Soprattutto grazie a Rooney, il Salford ora ha il miglior attacco del campionato. Ha però anche qualche problemino in difesa, perché ha subito più gol tra tutte le prime cinque squadre in classifica. La promozione è comunque alla sua portata: il calcio professionistico inizia dalla categoria appena superiore e alla Premier League poi ne mancherebbero solo tre.