• Mondo
  • Domenica 27 gennaio 2019

Il museo sul giornalismo americano abbandonerà la sua sede storica

Il Newseum di Washington era in difficoltà da anni: il suo edificio verrà comprato dalla Johns Hopkins University

Il Newseum, Washington (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)
Il Newseum, Washington (AP Photo/Pablo Martinez Monsivais)

Il Newseum, il più importante museo sul giornalismo americano, abbandonerà la sua sede per problemi economici che vanno avanti da diverso tempo. L’edificio che lo ospita si trova in Pennsylvania Avenue, la stessa via della Casa Bianca, a Washington: sta per essere venduto per 372,5 milioni di dollari alla prestigiosa Johns Hopkins University, che lo trasformerà in centro universitario. Il Freedom Forum, la fondazione privata che ha creato il Newseum e che ne è il principale finanziatore, ha detto che il museo rimarrà fino alla fine del 2019 nella sua attuale sede, quella sulla cui facciata c’è un pannello in pietra alto quattro piani su cui sono scolpite 45 parole tratte dal Primo Emendamento della Costituzione americana, su cui si fonda negli Stati Uniti il principio della libertà di stampa e di espressione. Nei prossimi mesi la fondazione cercherà una nuova sede per il museo, più sostenibile dal punto di vista economico.

Il Freedom Forum aveva già annunciato nell’agosto del 2017 che stava valutando «tutte le opzioni disponibili riguardo all’edificio» del Newseum, a causa delle ingenti perdite fatte registrare per anni.

Il Newseum fu aperto una prima volta ad Arlington, in Virginia, nel 1997. Nel giro di pochi anni i fondatori decisero di ingrandirlo e spostarne la sede. Nel 2002 il museo originale fu chiuso e iniziarono i lavori per una ambiziosa sede, a Washington, in Pennsylvania Avenue: l’edificio, grande 23 mila metri quadrati, fu progettato dagli architetti Ralph Appelbaum e James Stewart Polshek e la sua costruzione costò 450 milioni di dollari. Da allora il Newseum ospita esposizioni permanenti che raccontano la storia del giornalismo. Conserva fra le altre cose anche la più larga sezione del muro di Berlino al di fuori della Germania, una grande raccolta di prime pagine con gli accadimenti più importanti degli ultimi due secoli e un memoriale di vetro su cui sono scolpiti i nomi dei giornalisti morti in servizio, aggiornato ogni anno. C’è anche un’ampia sezione dedicata agli attentati dell’11 settembre 2001.

Jan Neuhart, presidente e amministratore delegato del Freedom Forum, ha detto, riguardo alla chiusura del Newseum: «È stata una decisione difficile, ma anche responsabile. Confermiamo l’impegno a portare avanti i nostri programmi – in una maniera sostenibile finanziariamente – di difendere le cinque libertà del Primo Emendamento e di aumentare la consapevolezza del pubblico sull’importanza della stampa giusta e libera. Con l’annuncio di oggi, possiamo cominciare a esplorare tutte le opzioni per trovare una nuova casa nell’area di Washington».