Guida alle regionali in Abruzzo

Si vota fra una decina di giorni: secondo i sondaggi il centrodestra è in vantaggio, mentre centrosinistra e Movimento 5 Stelle si contendono il secondo posto

(ANSA/ LORENZO DOLCE/CIRO FUSCO/DARIO PALLOTTA)
(ANSA/ LORENZO DOLCE/CIRO FUSCO/DARIO PALLOTTA)

Il 10 febbraio si vota per le elezioni regionali in Abruzzo, dove governa il centrosinistra ma dove il centrodestra è dato per favorito, seguito dal Movimento 5 Stelle e dal centrosinistra. Per i principali partiti sarà una prova importante in vista delle elezioni europee del prossimo 26 maggio, oltre che il primo vero test elettorale dopo il voto dello scorso autunno nelle province autonome di Trento e Bolzano.

Saranno elezioni anticipate di alcuni mesi rispetto alla scadenza naturale della legislatura perché il presidente uscente Luciano D’Alfonso, eletto con il centrosinistra nel 2014, si è dimesso lo scorso agosto dopo essere stato eletto al Senato con il Partito Democratico. L’Abruzzo è una regione di confine tra il Centro Italia – tradizionalmente vicino al centrosinistra – e il Sud, dove di solito il centrodestra è in vantaggio. Negli ultimi 25 anni, giunte di centrosinistra si sono sempre alternate a giunte guidate dal centrodestra.

Centrodestra
La formazione della coalizione di centrodestra è stata lunga e travagliata, ma come spesso accade alla fine Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia hanno trovato un accordo. Ed è stato quest’ultimo partito, particolarmente forte nel centro Italia, a ottenere la candidatura alla presidenza. La scelta è caduta su Marco Marsilio, 51 anni, storico esponente di Alleanza Nazionale, eletto deputato con il Popolo della Libertà nel 2008 e rieletto senatore con Fratelli d’Italia nel 2018.

La famiglia di Marsilio è originaria dell’Abruzzo, ma lui è cresciuto a Roma ed è sempre stato eletto in Lazio. Per questa ragione è stato attaccato dalla candidata del Movimento 5 Stelle, Sara Marcozzi, che lo ha definito un “romano” inviato a “commissariare l’Abruzzo”. Marsilio ha risposto dicendo di provenire «da una famiglia di trapiantati: genitori, nonni trisavoli sono abruzzesi» e definendo Marcozzi una «brutta copia di Virginia Raggi».

Gli ultimi sondaggi pubblici sono stati realizzati alla fine di novembre, quando la lista dei candidati non era ancora definitiva (la candidatura di Marsilio per esempio era stata solo ipotizzata) e quindi vanno presi con particolare prudenza. Tutti però sembrano indicare un vantaggio del centrodestra, dato tra il 30 e il 35 per cento. Alle elezioni politiche dello scorso 4 marzo il centrodestra risultò il secondo in regione, dietro il Movimento 5 Stelle, proprio con il 35 per cento dei voti.

Centrosinistra
Il centrosinistra candiderà l’ex presidente del Consiglio superiore della magistratura Giovanni Legnini, 60 anni, nato in provincia di Chieti, a lungo senatore e deputato prima dei Democratici di Sinistra e poi del Partito Democratico, sempre eletto in Abruzzo. Durante il governo Letta è stato sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri (il ruolo che oggi è del leghista Giancarlo Giorgetti). Nel settembre del 2014 è stato eletto vicepresidente del CSM, l’organo di autogoverno della magistratura (che è presieduto dal presidente della Repubblica e di solito ha un vicepresidente che non fa parte della magistratura).

Anche Legnini ha attaccato le origini del suo avversario, Marsilio, sostenendo che è un esponente della destra romana, vicino a Francesco Storace e Gianni Alemanno. «Sarà molto difficile per Marsilio dire “prima gli abruzzesi”», ha detto pochi giorni fa: «Se vogliamo prima gli abruzzesi non bisogna votare Marsilio». Legnini ha poi attaccato Luigi Di Maio e Matteo Salvini per quella che ha definito «l’invasione» della regione da parte «di due vice premier e ministri che avrebbero certamente cose importanti da fare per il Paese» e che invece continuano a girare per l’Abruzzo per sostenere i loro due candidati.

La sinistra si presenta sostanzialmente unita: Legnini è sostenuto da otto liste differenti, capeggiate dal PD, tra cui ci sono anche LeU, Italia dei Valori e i centristi di Bruno Tabacci. Secondo i sondaggi l’intera coalizione dovrebbe raccogliere tra il 25 e il 30 per cento: sarebbe un grosso recupero rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo 2018, quando raccolse appena il 17 per cento dei voti.

Movimento 5 Stelle
Il Movimento 5 Stelle ha scelto come sua candidata Sara Marcozzi tramite le “regionarie”, le elezioni primarie svolte sulla piattaforma Rousseau. Marcozzi, 41 anni, avvocata, è stata scelta da poco più di mille iscritti. Attualmente è consigliera regionale del Movimento, eletta nel 2014 quando era già stata candidata presidente una prima volta (all’epoca il Movimento raccolse il 21 per cento).

Marcozzi ha spesso attaccato quello che sembra considerare il suo principale avversario, il centrodestra. Di recente lo ha fatto incalzandolo sul tema delle trivellazioni in mare a cui il segretario della Lega Matteo Salvini si è dichiarato a favore e contro cui il Movimento si batte da anni, anche in Abruzzo. «Matteo Salvini si è dichiarato favorevole alle trivellazioni – ha detto Marcozzi – Adesso è il momento che anche i leghisti d’Abruzzo, il romano Marco Marsilio e tutto il centrodestra ci dicano da che parte stanno: sono pro o contro alle trivellazioni in Abruzzo contro cui i cittadini hanno già combattuto per anni?».

Oggi i sondaggi assegnano a Marcozzi tra il 25 e il 30 per cento dei consensi, in crescita rispetto al 2014 e potenzialmente un risultato che la metterebbe davanti al candidato del centrosinistra. Sono però circa dieci punti in meno rispetto al risultato ottenuto alle politiche del 4 marzo, quando il Movimento da solo riuscì a ottenere il voto di quasi il 40 per cento degli elettori abruzzesi.