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  • Mercoledì 23 gennaio 2019

Il gruppo di turisti inglesi di cui si parla in Nuova Zelanda

Per giorni hanno occupato le home page dei siti locali per il loro comportamento incivile, poi a complicare le cose sono arrivati anche i tabloid britannici

Negli ultimi giorni le home page dei siti di news neozelandesi sono state in parte occupate dalle vicende di un gruppo di turisti britannici – una famiglia numerosa, a quanto sembra – che ha visitato il paese e che ha fatto parlare di sé per i suoi comportamenti giudicati incivili. La storia ha però scavalcato i confini nazionali e ha attirato l’attenzione dei tabloid inglesi, che hanno mandato dei propri giornalisti a seguire i turisti cercando di ottenerne informazioni, fotografando e riprendendo di nascosto la famiglia che nel frattempo ha avuto anche dei problemi legali.

Il gruppo era composto da una dozzina di persone, con alcuni bambini al seguito: secondo i tabloid britannici erano arrivati in Nuova Zelanda un paio di settimane fa. Non ci hanno messo molto ad attirare l’attenzione: sono stati accusati di aver lasciato immondizia sulle spiagge, di aver rubato un albero di Natale da una stazione di servizio, di aver lasciato dei ristoranti senza pagare, di aver danneggiato le stanze di albergo in cui hanno alloggiato e di aver disturbato la quiete in un Burger King a Hamilton, nel nord del paese, non lontano da Auckland. Una donna di 26 anni che viaggia col gruppo è stata anche multata per un altro furto in una stazione di servizio. Per l’episodio del Burger King, la polizia aveva notificato alla famiglia un avviso di espulsione: sembra che la famiglia abbia inizialmente fatto ricorso, ma alla fine sono stati fotografati all’aeroporto martedì, probabilmente mentre tornavano nel Regno Unito.

Il New Zealand Herald, il più importante quotidiano del paese, ha dedicato ampio spazio alle vicende di quelli che ha definito “unruly tourists”, turisti turbolenti. La scorsa settimana li aveva anche intervistati: loro avevano negato di non aver pagato il conto ai ristoranti, e avevano dato una versione diversa sull’incidente che aveva fatto iniziare il caso. La famiglia era infatti stata ripresa mentre lasciava dell’immondizia su una spiaggia. L’attivista che li aveva filmati aveva raccontato che alcuni membri della famiglia, compresa la nonna e alcuni bambini, avevano minacciato che l’avrebbero picchiata se non se ne fosse andata. La famiglia aveva invece sostenuto di aver abbandonato i rifiuti dopo essere stata costretta ad andarsene: uno dei loro bambini, avevano detto, era stato schiaffeggiato da un altro bambino, e le altre persone in spiaggia avevano rivolto loro vari insulti, chiamandoli tra le altre cose “feccia irlandese” e “zingari”.

Il New Zealand Herald aveva raccolto la versione della famiglia dopo averla seguita in un parcheggio: in quell’occasione, un giovane aveva reagito provando a togliere il telefono dalle mani del giornalista. Una scena simile era successa anche quando a importunarli era stato un giornalista del Daily Mail, uno dei più letti tabloid britannici. «Dobbiamo tornarcene a casa prima perché i neozelandesi stanno trattando di merda la mia famiglia. Abbiamo speso molti soldi per questa vacanza di famiglia» ha detto un membro della famiglia al New Zealand Herald. Il padre ha detto di essere «devastato» da quello che è successo. Le foto e i nomi dei membri della famiglia sono stati pubblicati dai tabloid inglesi.

Simon Milne, un professore dell’università di Auckland che si occupa di turismo, ha spiegato al New York Times che l’attenzione dedicata al caso dai neozelandesi è legata in parte alle preoccupazioni riguardo all’esplosione del turismo negli ultimi anni, specialmente dopo le riprese della trilogia del Signore degli Anelli, girata in larga parte in Nuova Zelanda. Da gennaio a ottobre dello scorso anno hanno visitato l’isola 3,8 milioni di persone, 1,2 in più dello stesso periodo nel 2013. La Nuova Zelanda ha una popolazione di 4,8 milioni di persone. Il governo sta provando a gestire la situazione imponendo nuove tasse per i turisti, e sviluppando dei programmi per educare chi visita il paese al rispetto dell’ambiente.