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  • Sabato 22 dicembre 2018

Cosa sappiamo sui droni all’aeroporto di Gatwick

Non molto, per ora: ma con pochi sforzi qualcuno è riuscito a bloccare per giorni un importante aeroporto europeo, e non è poco

Jack Taylor/Getty Images
Jack Taylor/Getty Images

Tra mercoledì sera e venerdì sera l’aeroporto di Gatwick – il secondo più importante del Regno Unito, da cui passano oltre 100mila passeggeri al giorno – è rimasto chiuso per più di trenta ore. È successo perché in più di un’occasione sono stati avvistati dei droni volare vicino alle piste: una cosa inusuale e soprattutto vietata e pericolosa, perché non si può sapere chi stia pilotando quei droni. Per occuparsi della ricerca dei droni dopo gli avvistamenti è addirittura stato chiesto aiuto all’esercito. Nella sera di venerdì 21 dicembre sono state arrestate due persone sospettate di avere usato i droni, e da allora non ci sono più stati avvistamenti. La situazione sembra tornata alla normalità, ma ci sono ancora moltissimi punti da chiarire.

Quali danni hanno causato?
In tre giorni sono stati cancellati più di 800 voli e, in un sorta di effetto domino, ci sono state conseguenze anche per altri voli europei.

L’aeroporto di Gatwick è stato chiuso per alcune ore la sera di mercoledì 19 dicembre, ha riaperto per circa 45 minuti nella notte tra il 19 e il 20 ma è poi stato nuovamente chiuso fino alla mattina di venerdì 21 dicembre. La sera però è stato di nuovo chiuso per alcune ore. Ora è riaperto e operativo, anche se un messaggio sul sito consiglia ai viaggiatori di controllare prima lo stato del loro volo. Chi gestisce l’aeroporto ha spiegato di averlo riaperto una volta ricevute «le necessarie rassicurazioni» sul fatto che non ci fossero più possibili rischi.

Da mercoledì a oggi, circa 140mila passeggeri sono stati interessati dai ritardi e dalle cancellazioni causate dai droni.

Quanti droni sono stati visti? Da chi?
Non c’è un numero preciso di droni avvistati, anche perché è impossibile capire, vedendo due droni magari a minuti di distanza, se si tratta di due droni diversi o dello stesso drone. Chris Woodroofe, direttore operativo dell’aeroporto, aveva però parlato a BBC di droni (al plurale) «visti all’interno dei confini dell’aeroporto» e «sulle piste».

Che scopi aveva chi ha usato quei droni?
La polizia ha detto di non ritenere che i droni avessero a che fare con il terrorismo, ma di pensare che siano stati usati con il chiaro intento di creare problemi all’aeroporto. Ha anche spiegato che c’è «un ampio spettro di possibili motivazioni»: dall’intento criminale al semplice atto “vandalico”.

Che leggi regolano i droni?
I droni si stanno diffondendo sempre più negli ultimi anni, perché hanno un prezzo sempre più accessibile e, in certi casi, possono essere usati anche da chi non ha molta esperienza. L’ente britannico di aviazione civile spiega, come fa notare BBC, che nel Regno Unito i droni devono sempre essere visibili da chi li comanda a distanza e devono stare ad almeno 50 metri da persone o edifici (150 se si tratta di centri abitati o folle di persone). I droni non possono inoltre essere fatti volare a oltre 122 metri di altezza. È poi vietato, per qualsiasi drone, volare entro un chilometro dai confini di un aeroporto.

Cosa si sa degli arrestati?
Praticamente niente, per ora. Solo che sono un uomo e una donna e che l’arresto è stato effettuato la sera del 21 dicembre nell’area di Gatwick, che si trova circa 50 chilometri a sud di Londra. La polizia britannica ha spiegato che l’indagine sta andando avanti, e che sono stati attivati alcuni sistemi per tracciare eventuali altri droni e proteggere l’aeroporto (fra cui, sembra, un sistema difensivo israeliano).