• Mondo
  • Mercoledì 5 dicembre 2018

L’accordo su Brexit ha sempre meno possibilità di passare al Parlamento britannico

Il parere del procuratore generale britannico sul "backstop", diffuso contro il volere del governo, ha confermato i timori delle fazioni contrarie all'accordo

(BEN STANSALL/AFP/Getty Images)
(BEN STANSALL/AFP/Getty Images)

Il governo britannico ha reso pubblico il parere legale del procuratore generale sul cosiddetto “backstop” dell’accordo su Brexit, un parere che nelle scorse settimane il governo aveva provato a tenere segreto perché contiene diversi dubbi sull’efficacia stessa dell’accordo. Il parere si può leggere qui: è lungo sei pagine ed è stato scritto da Geoffrey Cox, che ricopre l’incarico di procuratore generale – cioè di principale avvocato del governo – da circa cinque mesi. Il parere di Cox renderà ancora più complicata l’approvazione dell’accordo trovato dal governo e dai negoziatori europei, che sarà votato l’11 dicembre dal Parlamento britannico.

Cox è molto scettico sui vantaggi che porterà il “backstop”, cioè un meccanismo transitorio che dovrebbe entrare in vigore fra la fine del periodo di transizione che inizierà dopo Brexit – cioè l’1 gennaio 2021 – e il futuro accordo commerciale fra Regno Unito e Unione Europea. Il “backstop” è stato studiato soprattutto per evitare che nasca una frontiera rigida fra Irlanda (che fa parte dell’UE) e Irlanda del Nord (che fa parte del Regno Unito), e prevede che l’intero Regno Unito rimanga transitoriamente nell’unione doganale europea: cosa che eviterà controlli fra le due Irlande ma che di fatto impedirà al Regno Unito di negoziare nel frattempo accordi commerciali con altri paesi, come promesso invece dai sostenitori di Brexit.

Cox sostiene che il “backstop” potrebbe rimanere in piedi per diversi anni perché i negoziati sulla futura relazione fra Regno Unito e Unione Europea «potrebbero protrarsi per trattative in diverse fasi», e che esiste la possibilità che rimanga in piedi per sempre, visto che il Regno Unito non può uscirne unilateralmente (è stata una delle condizioni imposte dai negoziatori europei per chiudere l’accordo). Il parere di Cox di fatto dà ragione all’ala più radicale del Partito Conservatore, che sostiene da settimane che il “backstop” – e quindi l’accordo trovato da May – preveda un legame troppo stretto con l’Unione Europea, e una separazione di trattamento fra Irlanda del Nord e resto del Regno Unito (dove resterebbero in piedi alcuni tipi di controlli).

Stamattina, durante un dibattito parlamentare, May si è difesa spiegando che il “backstop” è un accordo temporaneo e potrebbe non essere nemmeno attivato, se Regno Unito e Unione Europea riusciranno a mettersi d’accordo sul nuovo accordo commerciale entro la fine del periodo di transizione, cioè entro il 2020. Il Partito Laburista sta invece continuando ad attaccarla per aver tenuto nascosto il parere legale, che è stato reso pubblico grazie a un arcano procedimento parlamentare mai usato nella storia del Regno Unito. Keir Starmer, il responsabile del partito per Brexit, ha definito «inconcepibile» la scelta del governo di tenere segreto il parere di Cox.

Il parere di Cox renderà ancora più complicata l’approvazione dell’accordo. I membri dell’ala più radicale del Partito Conservatore hanno trovato conferme dei loro timori, mentre il Partito Unionista Democratico – il partito nordirlandese di destra, che appoggia il governo May ma voterà contro l’accordo – ha ribadito che l’accordo è «totalmente inaccettabile».

May e i leader europei hanno più volte definito l’accordo «il migliore possibile» e l’unica alternativa a un’uscita dall’Unione senza accordo, una possibilità spesso paventata nelle ultime settimane, e che causerebbe gravissimi danni economici a breve termine. Decine di parlamentari sembrano comunque intenzionati a respingere l’accordo: secondo varie stime, a May mancherebbe l’appoggio di decine di parlamentari.