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  • Lunedì 12 novembre 2018

Le foto della marcia a Varsavia con lo Stato e i neofascisti insieme

Il presidente della Repubblica e i gruppi dell'estrema destra – compresa Forza Nuova – hanno sfilato nel giorno dell'Indipendenza

La marcia per i 100 anni dell'indipendenza della Polonia, l'11 novembre a Varsavia (JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images)
La marcia per i 100 anni dell'indipendenza della Polonia, l'11 novembre a Varsavia (JANEK SKARZYNSKI/AFP/Getty Images)

Oltre 200mila persone hanno partecipato domenica a una marcia per le strade di Varsavia, in Polonia, per celebrare i 100 anni dall’indipendenza del paese, ottenuta dopo la fine della Prima guerra mondiale nel 1918. Ma la marcia, arrivata dopo giorni di tensioni politiche, è stata osservata in tutto il mondo principalmente perché ha visto sfilare insieme i rappresentanti dello Stato e vari gruppi neofascisti, che negli anni passati avevano esibito striscioni xenofobi e ultranazionalisti. Non ci sono stati scontri né feriti, ma la marcia ha mostrato ulteriormente la potenza dell’estrema destra in Polonia.

La marcia si tiene ogni anno, organizzata dai gruppi di estrema destra in occasione dell’anniversario della fine della Prima guerra mondiale, quando il paese si riorganizzò nella Seconda Repubblica di Polonia dopo la capitolazione tedesca. L’anno scorso alcuni dei manifestanti mostrarono striscioni contro i migranti e inneggianti a una “Polonia Pura” e a una “Europa bianca di paesi fratelli”. La sindaca di Varsavia Hanna Gronkiewicz-Waltz aveva detto di aver proibito la manifestazione per motivi di sicurezza.

Il governo polacco aveva quindi annunciato una propria manifestazione nell’orario e nel percorso di quella nazionalista, facendo arrabbiare ancora di più i nazionalisti che nel frattempo avevano fatto ricorso contro la decisione della sindaca. Un tribunale di Varsavia lo aveva accolto, stabilendo che proibire la marcia sarebbe stata una forma di censura preventiva. Il governo e i gruppi nazionalisti e di estrema destra avevano quindi dovuto trattare, raggiungendo un accordo: la manifestazione di estrema destra avrebbe seguito quella ufficiale, separata da un cordone di polizia.

Così è stato: la cerimonia è stata introdotta dal presidente polacco Andrzej Duda, esponente del partito della destra cattolica, ultraconservatrice ed euroscettica Diritto e Giustizia, che ha fatto un discorso per ricordare i caduti polacchi della Prima guerra mondiale. Poi è cominciata la marcia, che nonostante sia stata accompagnata da meno manifesti e cori estremisti rispetto agli anni passati, era affollata di bandiere e simboli neofascisti. C’era il Fronte Radicale Nazionale, razzista, nazionalista e antisemita, che ha sfilato insieme a una nutrita delegazione di Forza Nuova, il partito neofascista italiano, del quale si sono viste decine di bandiere.

La Polonia da tempo ha avuto una netta svolta verso destra, con il governo guidato da Diritto e Giustizia che ha approvato diverse misure autoritarie, contro le libertà fondamentali dei cittadini o volte a controllare pezzi strategici dello Stato come la Corte Suprema. Alle ultime elezioni locali, che si sono tenute tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre, Diritto e Giustizia è uscito indebolito, e molti osservatori hanno interpretato quello di domenica come un tentativo della maggioranza di tenersi buoni i gruppi di estrema destra polacchi, la cui rilevanza dal punto di vista elettorale è però oggetto di discussione. Alla marcia c’era anche Donald Tusk, ex primo ministro polacco e attuale presidente del Consiglio Europeo, convinto oppositore dell’attuale governo, che è rimasto nelle ultime file ed è stato poco considerato dalle istituzioni.