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  • Lunedì 29 ottobre 2018

Jair Bolsonaro ha vinto in Brasile

Il candidato di estrema destra ha battuto al ballottaggio Fernando Haddad e sarà il nuovo presidente

Jair Bolsonaro (AP Photo/Silvia izquierdo)
Jair Bolsonaro (AP Photo/Silvia izquierdo)

Le elezioni in Brasile per eleggere il nuovo presidente sono state vinte dal candidato di estrema destra Jair Bolsonaro, che ha ottenuto il 55,2 per cento dei voti al secondo turno, contro il 44,8 per cento di Fernando Haddad, candidato del Partito dei Lavoratori e appoggiato dall’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva. Populista ed estremista, Bolsonaro è un personaggio molto controverso, che più volte – da ex militare – ha detto di rimpiangere i tempi della dittatura e ha promesso che darà grandi poteri alla polizia pur di combattere la corruzione e la criminalità, e ha espresso più volte opinioni intolleranti e omofobe. La sua vittoria è arrivata al termine di un confronto elettorale molto duro, con accuse reciproche tra i due candidati sulla pericolosità di una loro vittoria per il futuro del Brasile.

Commentando la vittoria, Bolsonaro ha detto che da presidente sarà un “difensore della democrazia e della Costituzione”, cercando di rassicurare i numerosi osservatori brasiliani e internazionali preoccupati dalla sua elezione: “Non è solamente una promessa di partito, o la parola di un uomo. È un giuramento davanti a Dio”. Bolsonaro ha poi detto che grazie alla sua vittoria potrà “cambiare il destino del Brasile” insieme a chi lo ha sostenuto. Sulla base di quanto sostenuto in campagna elettorale e della sua storia politica, molti osservatori e analisti politici temono invece che Bolsonaro possa limitare le libertà personali dei brasiliani, soprattutto delle minoranze.

Haddad ha commentato la sconfitta dicendo di sentire comunque la responsabilità di lavorare all’opposizione, per “difendere le libertà di quei 45 milioni di persone” che hanno votato per lui. Ha inoltre chiesto a Bolsonaro di rispettare il voto di tutti, una volta che sarà in carica. Haddad ha vinto nel nord-est del Brasile, dove tradizionalmente il partito dei Lavoratori raccoglie molti consensi, mentre Bolsonaro ha vinto praticamente in tutte le altre zone in molti casi con un vantaggio di svariati punti percentuali.

Ex militare di estrema destra, noto per le sue posizioni contro omosessuali, donne e neri, e per la sua ammirazione per la dittatura che decenni fa governò il Brasile, Bolsonaro fa parte del Partito Social-liberale, tradizionalmente di orientamento nazionalista e conservatore. Al primo turno delle elezioni aveva ottenuto il 46 per cento, contro il 29,3 per cento di Haddad.

Bolsonaro ha potuto contare sull’appoggio dei cristiani evangelici (circa un quarto dell’elettorato), che con lui condividono le proposte per eliminare l’educazione sessuale dalle scuole, negare i diritti civili ai gay e ostacolare qualsiasi tentativo di modificare le attuali leggi molto severe in vigore contro l’aborto. E proprio parlando di donne, di omosessuali e altre minoranze, Bolsonaro ha usato spesso toni sprezzanti e molto duri. Una volta disse a una collega deputata che non meritava nemmeno di essere stuprata da lui. Bolsonaro sostiene inoltre che le donne guadagnino meno degli uomini perché sono più costose da assumere e devono essere pagate anche quando sono in congedo di maternità.

Oltre che dai cristiano-evangelici, Bolsonaro è sostenuto dai molti elettori stanchi del Partito dei Lavoratori, che in questi anni non è riuscito a diminuire la corruzione ed è stato coinvolto in numerosi processi. Da candidato presidente, Bolsonaro ha centrato la campagna elettorale sui temi della corruzione, della salute, dell’istruzione e dell’economia.

Nei suoi comizi, Bolsonaro ha proposto diverse misure per ridurre la criminalità: ha promesso di aumentare gli investimenti nella polizia, di ridurre l’età dell’imputabilità penale facendola passare da 18 a 16 anni e di voler nominare diversi militari in posizioni di governo. Ha inoltre promesso di riformare l’Estatuto do desarmamento, una legge federale approvata nel 2003 che rende più selettivo e regolamentato l’acquisto e il trasporto di armi.

Contro la corruzione, Bolsonaro ha detto di volere introdurre una maggiore trasparenza nella spesa pubblica e di voler rendere private alcune grandi aziende statali, sostenendo che in questo modo si potrebbe ridurre sensibilmente il rischio di tangenti e malversazioni. Bolsonaro ha inoltre promesso di riformare il sistema dell’istruzione, che in Brasile presenta un forte divario tra chi può permettersi buone scuole private e chi invece non può far altro che frequentare le scuole pubbliche, mal finanziate e organizzate. Nei suoi comizi ha sostenuto che i bambini devono essere istruiti “senza indottrinamenti o sessualizzazioni precoci”, facendo riferimento ad Haddad che alcuni anni fa, quando era ministro dell’Istruzione, avviò un progetto contro l’omofobia.

Bolsonaro ha infine promesso di rilanciare l’economia del Brasile, con un grande piano di riduzione del deficit pubblico che dovrebbe passare dalla privatizzazione di molte ricche imprese pubbliche brasiliane. Ha detto inoltre di volere introdurre una riforma fiscale, modificare il sistema pensionistico e aumentare il reddito minimo per le famiglie. Non è però chiaro con quali risorse possa finanziare i suoi piani molto ambiziosi e che hanno convinto molti elettori indecisi a votare per lui.

I presidenti sudamericani hanno accolto ora con entusiasmo ora con toni più moderati la vittoria di Bolsonaro, il loro nuovo interlocutore nelle politiche internazionali. Il presidente del Cile, Sebastián Piñera, si è congratulato per una “vittoria pulita e democratica” senza spingersi molto oltre, mentre il presidente dell’Argentina, Mauricio Macri, ha parlato di un “trionfo” per Bolsonaro. Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, che sta affrontando una crisi economica molto grave, ha detto di volere “estendere le sue congratulazioni” a tutto il popolo brasiliano.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha chiamato Bolsonaro per congratularsi della sua vittoria. La portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders, ha detto che Trump e Bolsonaro hanno rinnovato l’impegno per collaborare su diversi temi per migliorare le vite del popolo statunitense e di quello brasiliano, ma non sono stati forniti molti altri dettagli sulla telefonata. Numerose organizzazioni per i diritti umani, a partire da Amnesty International, hanno ricordato che la vittoria di Bolsonaro suscita grandi preoccupazioni e rischi per i diritti dei gay, dei giovani neri, delle donne e delle popolazioni indigene del Brasile. In Italia il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha commentato su Twitter augurando “buon lavoro” a Bolsonaro e dicendo che “anche in Brasile i cittadini hanno mandato a casa la sinistra!”.