• Sport
  • Sabato 27 ottobre 2018

La Premier League non è così equilibrata come sembra

La classifica dà l'idea di un campionato aperto e molto combattuto, ma i dati dicono il contrario

Unai Emery, allenatore spagnolo dell'Arsenal, durante la partita di campionato contro il Manchester City (Getty Images)
Unai Emery, allenatore spagnolo dell'Arsenal, durante la partita di campionato contro il Manchester City (Getty Images)

Questo fine settimana in Premier League – il più importante campionato di calcio inglese, e il più seguito al mondo – si disputa la decima giornata di campionato, e si giocherà lo scontro diretto tra i campioni in carica del Manchester City e il Tottenham, da alcuni anni una delle squadre più interessanti d’Inghilterra. La partita sarà ancora più importante per la particolare situazione della classifica dopo nove giornate disputate. La prima posizione è condivisa a pari merito da Manchester City e Liverpool, seguiti a distanza di soli due punti da Chelsea, Arsenal e Tottenham. Distacchi così limitati tra ben cinque squadre dopo nove turni sembrerebbero rendere questa Premier League nuovamente aperta, dopo il dominio del City nella passata stagione. Ma come ha dimostrato il sito sportivo The Ringer in un suo recente articolo, con ogni probabilità è un equilibrio solo apparente e destinato a terminare presto.

La squadra più in forma del momento è l’Arsenal, che nelle ultime cinque giornate ha sempre vinto, giocando anche molto bene. Quest’anno è allenato dallo spagnolo Unai Emery, scelto per iniziare un nuovo ciclo dopo il ventennio di Arsene Wenger. L’Arsenal di Emery ha il secondo miglior attacco del campionato, gioca in modo rapido e spettacolare e sembra essere più concreto che nel passato. Ma c’è un dato in particolare che suggerisce un probabile ridimensionamento delle sue ambizioni: ha subito undici gol, tanti se paragonati ai tre subiti da City e Liverpool e anche ai sette di Chelsea e Tottenham. Il calcolo degli expected goals dell’Arsenal – la misurazione statistica che determina la media di quanti gol una squadra avrebbe segnato in base alla qualità e alla quantità dei tiri effettuati — è superiore ai gol realmente concessi: circa uno e mezzo a partita. Un numero così alto di gol subiti non corrisponde nemmeno a un elevato numero di tiri in porta effettuati, visto che in media l’Arsenal ne realizza circa dodici a partita (ci sono squadre che si avvicinano a venti).

Un problema difensivo simile lo ha il Tottenham, che ha gli stessi punti dell’Arsenal. I suoi expected goals concessi per partita sono inferiori, ma la squadra allenata da Mauricio Pochettino concede in media più di dieci tiri verso la sua porta. Rispetto all’anno scorso, inoltre, pare abbia più difficoltà davanti alla pressione degli avversari ed è meno efficace in attacco, a differenza dell’Arsenal, che specialmente nelle ultime partite si sta rivelando più prolifico.

Fra le tre inseguitrici delle due maggiori favorite, la più pronta sembrerebbe il Chelsea di Maurizio Sarri, la vera grande novità della Premier League. In pochi mesi Sarri è riuscito infatti a imprimere al Chelsea il suo stile di gioco, quello per cui fu molto apprezzato a Napoli. Una parte del merito dei risultati del Chelsea va al centrocampista italiano Jorginho, che ha seguito Sarri a Londra e ha facilitato il suo lavoro con il resto della squadra. Jorginho è il leader del centrocampo e uno dei centrocampisti più efficienti nella distribuzione del pallone: in Premier League nessuno fa tanti passaggi quanto lui. Il risultato è che il Chelsea effettua in media 745 passaggi a partita, cosa che determina in gran parte il suo possesso palla e il suo controllo delle partite.

Maurizio Sarri saluta i tifosi del Chelsea dopo la vittoria contro il Liverpool in Coppa di Lega (GettyImages)

Tuttavia il Chelsea è inevitabilmente ancora in fase evolutiva, e il dato che lo può dimostrare è la pericolosità delle sue azioni offensive: segna più del Liverpool ma meno di City e Arsenal, e l’indice di pericolosità dei 17,50 tiri a partita che realizza in media è abbastanza basso.

Nelle prossime settimane, dunque, sembra probabile che City e Liverpool inizieranno a staccarsi dalle inseguitrici per continuare in solitaria la sfida per il titolo nazionale. L’anno scorso il Liverpool fu l’unica squadra che mise in grosse difficoltà il City, sia in campionato che in Champions League, dove lo eliminò ai quarti di finale. In questa stagione la squadra di Jurgen Klopp è migliorata ancora: non esprime un gioco raffinato come quello dei campioni in carica, ma regge ugualmente il confronto giocando un calcio aggressivo basato su velocità, contropiede e pressing a ritmi elevatissimi. Ma il City è pur sempre l’unica squadra in grado di mantenere una media superiore ai 18 tiri a partita (22,38) e di concederne meno di 0.80. Le squadre che ci giocano contro – anche di alta classifica – faticano a uscire dalla propria area di rigore.