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  • Giovedì 11 ottobre 2018

Un carabiniere ha ammesso il pestaggio di Stefano Cucchi

È la prima volta: Francesco Tedesco, sotto processo insieme a quattro colleghi, ha accusato due di loro di aver picchiato Cucchi, morto poco dopo il suo arresto nel 2009

(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)
(ANSA/MASSIMO PERCOSSI)

Uno dei carabinieri a processo per la morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano morto nel 2009 pochi giorni dopo essere stato arrestato per spaccio di droga, ha ammesso di aver assistito al suo pestaggio e ha accusato altri due carabinieri a processo con lui di esserne responsabili. Lo ha riferito oggi all’inizio di un’udienza del processo per la morte di Cucchi il pubblico ministero Giovanni Musarò, riportando la testimonianza resa dal carabiniere Francesco Tedesco lo scorso luglio. È la prima volta che una delle persone accusate nel processo ammette il pestaggio che si pensa abbia causato la morte di Cucchi.

Tedesco è uno dei cinque imputati nel processo bis sulla morte di Cucchi, uno dei tre accusati di omicidio preterintenzionale. Negli interrogatori di luglio ha accusato del pestaggio i suoi colleghi Raffaele D’Alessandro e Alessio Di Bernardo. «Fu un’azione combinata», dice Tedesco nel verbale letto da Musarò. «Cucchi prima iniziò a perdere l’equilibrio per il calcio di D’Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fece perdere l’equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore».

Secondo il suo racconto, Tedesco provò a fermare D’Alessandro e Di Bernardo dicendo loro: «Basta, che cazzo fate, non vi permettete». Ciononostante, uno degli altri due carabinieri colpì Cucchi «con uno schiaffo violento in volto», mentre l’altro gli diede «un forte calcio con la punta del piede», ha raccontato Tedesco. Musarò ha anche detto che Tedesco ha raccontato di aver scritto una nota di servizio in cui parlava del pestaggio a cui aveva assistito. La nota non è tuttavia mai stata trovata. A maggio, invece, un altro carabiniere aveva detto di aver avuto notizia del pestaggio poco dopo che era successo.

Non è chiaro che grado di responsabilità nel pestaggio si fosse attribuito Tedesco nella sua deposizione di luglio, ma il Corriere della Sera scrive che il suo avvocato difensore ha sostenuto che il suo assistito si sia «lanciato contro i colleghi per allontanarli da Stefano Cucchi, lo ha soccorso e lo ha poi difeso». Nell’interrogatorio, Tedesco disse che successivamente al pestaggio D’Alessandro lo intimò di «farsi i cazzi suoi».

Stefano Cucchi fu trovato morto il 22 ottobre del 2009 in una stanza del reparto protetto dell’ospedale Sandro Pertini di Roma, dove era ricoverato da quattro giorni dopo essere stato arrestato. Insieme a D’Alessandro, Di Bernardo e Tedesco, sono sotto processo anche i carabinieri Roberto Mandolini, per calunnia e falso, e Vincenzo Nicolardi, per calunnia.