Cosa cambia ora che Sky diventa di Comcast

Il più grande provider statunitense avrà l'intera proprietà dell'azienda britannica, e potrebbe cambiare molte cose nel mercato europeo

(BEN STANSALL/AFP/Getty Images)
(BEN STANSALL/AFP/Getty Images)

Il multimiliardario australiano Rupert Murdoch non avrà più quote di Sky, la famosa piattaforma televisiva satellitare che ha contribuito a creare e a far sviluppare negli ultimi trent’anni. La conglomerata 21st Century Fox Inc. – ancora per poco di proprietà dello stesso Murdoch – ha concordato infatti la vendita della sua quota di Sky (pari al 39 per cento) a Comcast, il più grande fornitore di accesso a Internet (provider) negli Stati Uniti e la più grande televisione via cavo statunitense.

Comcast si era già impegnata all’acquisto del 61 per cento di Sky, ma fino a mercoledì 26 settembre non era chiaro se Murdoch fosse intenzionato o meno a lasciare il restante 39 per cento. La decisione non è solamente un cambiamento storico per la sua famiglia: avrà ripercussioni sul mercato delle telecomunicazioni in Europa, dove finora i provider statunitensi non sono riusciti a concludere grandi affari.

La vendita di Sky è strettamente legata a un’altra grande acquisizione, quella da parte di Walt Disney Co. di 21st Century Fox, dal valore di 71 miliardi di dollari e che si dovrebbe chiudere entro la fine dell’anno. Fox nei mesi scorsi aveva provato ad acquisire il resto di Sky per ottenerne il pieno controllo, mentre Comcast aveva cercato di contendersi Fox con Disney. Dopo alcuni rilanci e pareri delle autorità antitrust, Disney aveva acconsentito alla cessione delle quote Sky di proprietà di Fox, anche nell’ottica di alleggerire di circa 30 miliardi di dollari la sua spesa per acquisire Fox. Alla fine della settimana scorsa, Comcast ha quindi vinto l’asta per Sky, promettendo di pagare ogni sua azione 17,28 sterline (l’equivalente di circa 19,30 euro).

Ricapitolando: Disney sta comprando Fox, che intanto ha venduto le sue quote di Sky a Comcast per 15 miliardi di dollari.

Murdoch aveva già provato in passato a ottenere il pieno controllo di Sky. Il tentativo era stato portato avanti circa cinque anni fa, ma si era arenato dopo gli scandali legati a intercettazioni telefoniche illecite condotte da alcuni suoi giornali nel Regno Unito. Il secondo tentativo era stato avviato nel 2016, quando sembrava che Fox fosse l’unico acquirente interessato al resto di Sky. Le cose sono cambiate radicalmente all’inizio di quest’anno, quando Comcast ha presentato una proposta di acquisto, ora indirizzata verso una conclusione.

Con l’acquisizione di Sky, Comcast ha ottenuto il controllo del secondo più grande provider del Regno Unito e potrebbe estendere i suoi servizi in altri paesi europei dove Sky è già presente con le sue tv, come Irlanda, Germania, Austria, Spagna e Italia. L’immagine della società è legata ai servizi satellitari, ma in realtà negli ultimi anni Sky ha differenziato sensibilmente le opportunità di accesso ai suoi contenuti, privilegiando sempre di più gli streaming attraverso Internet. Nei paesi in cui è attiva, Sky stringe spesso accordi con i principali provider per vendere i suoi servizi insieme a quelli per avere una connessione domestica.

Nel Regno Unito, Sky è direttamente coinvolta nel mercato dell’accesso a Internet dal 2005, anno in cui la famiglia Murdoch acquisì il piccolo operatore Easynet per 237 milioni di euro. Grazie a investimenti e ad accorti con BT, il principale provider britannico, l’investimento di Sky ha reso molto bene e oggi circa 6 milioni di persone nel paese accedono a Internet tramite Sky, che controlla quindi il 24 per cento del mercato.

Negli Stati Uniti, Comcast è il più grande provider con circa 26 milioni di abbonati. Metà dei suoi ricavi deriva dai servizi Internet, mentre il resto è suddiviso in numerose attività che riguardano anche la produzione dei contenuti. Dal 2011 Comcast detiene infatti la proprietà di NBC Universal, che controlla uno dei più importanti network televisivi negli Stati Uniti (NBC), la casa di produzione cinematografica Universal Pictures e numerosi parchi a tema. La società ha quindi ampie possibilità per sfruttare Sky sia per i contenuti sia come provider in Europa.

Il mercato europeo delle telecomunicazioni è molto affollato e competitivo, tanto da avere reso finora difficile qualsiasi tentativo da parte statunitense di entrarvi. Sky potrebbe offrire una breccia importante per Comcast, dicono gli analisti, soprattutto se la società statunitense avviasse un piano di acquisizioni di altri provider o promuovesse la fusione di alcune sue società controllate con altri fornitori di servizi Internet. Le acquisizioni potrebbero essere caute e riguardare piccoli provider, oppure Comcast potrebbe decidere di rafforzare i rapporti di Sky con i fornitori più grandi a partire da Vodafone, con la quale Sky ha già diversi accordi commerciali in Europa.

Essendo un produttore di contenuti e avendo i mezzi per diffonderli online, Comcast si sta guardando intorno da tempo per creare una propria alternativa a Netflix, al momento il più importante fornitore di contenuti in streaming al mondo. Sky si porta con sé 23 milioni di iscritti ai suoi servizi in Europa, un buon punto di partenza per costruire un’offerta che possa fare maggiore concorrenza a Netflix fuori dagli Stati Uniti.