Uber ora punta sulle biciclette

Il suo capo dice che in città sono più efficienti delle auto (ma nel frattempo si è accordato con Toyota per sviluppare insieme un'auto che si guida da sola)

(AP Photo/Matt O'Brien)
(AP Photo/Matt O'Brien)

In un’intervista al Financial Times, l’amministratore delegato di Uber Dara Khosrowshahi ha detto che la società sposterà il centro del suo business nel trasporto sulle brevi distanze in città dalle automobili alle bici elettriche e agli scooter. Secondo Khosrowshahi, i mezzi di trasporto individuali sono i più adatti alle strade cittadine congestionate dal traffico, rispetto alle automobili. «Nell’ora di punta è molto inefficiente usare un blocco di metallo da una tonnellata per spostare una persona per dieci isolati», ha detto Khosrowshahi.

Uber ottiene margini di guadagno maggiori da una corsa in automobile rispetto a un breve viaggio in bicicletta, ma questo secondo Khosrowshahi non sarà un problema. «Nel breve termine questa scelta potrebbe non essere vincente per noi, ma strategicamente, sul lungo periodo, è esattamente la direzione in cui vogliamo andare», ha detto l’amministratore delegato al Financial Times. «Nel corso della mia carriera ho scoperto che è impegnarsi sul lungo periodo che fa vincere le guerre, e per vincere le guerre a volte vale la pena perdere qualche battaglia».

L’app di Uber permette di noleggiare biciclette in alcune città dallo scorso febbraio, quando la società ha sottoscritto un accordo con Jump, una startup che affitta biciclette elettriche. Ad aprile, poi, Uber ha acquistato Jump per 200 milioni di dollari. Oggi le biciclette Jump sono disponibili in otto città americane, tra cui New York, Chicago e Washington DC, e dallo scorso giugno anche a Berlino. Il servizio sarà esteso nei prossimi mesi anche ad altre città europee.

Questa settimana c’è stata anche un’importante novità per Uber, che riguarda le auto. Toyota ha annunciato un investimento in Uber di 500 milioni di dollari, come parte di un accordo per sviluppare congiuntamente un’automobile che si guida da sola. L’accordo prevede che Uber integri la sua tecnologia di guida autonoma all’interno dei minivan Toyota Sienna, che in futuro costituiranno il nucleo del suo parco di automobili che si guidano da sole. Anche se puntare sulle auto autonome sembra l’opposto di investire sul trasporto individuale, le due iniziative vanno in realtà nella stessa direzione: privilegiare gli investimenti sul lungo termine, che soltanto tra qualche anno mostreranno i loro effetti positivi, a fronte delle attuali difficoltà nel settore in cui Uber ha operato fin dalla sua nascita, cioè il trasporto di passeggeri su auto per tragitti brevi.

Per le società che si occupano di trasporto personale, come Uber e Lyft, la tecnologia delle auto che si guidano da sole è particolarmente promettente perché permetterà di tagliare il loro principale costo operativo: lo stipendio degli autisti. Uber ha speso circa 750 milioni di dollari in queste tecnologie ed è stata una delle prime società a mettere in strada auto che si guidano da sole. Lo scorso marzo, però, una della sue automobili ha avuto un incidente in cui è morta una persona.

Da allora la società ha interrotto i test su strada e tagliato i finanziamenti al progetto, e stava cercando un modo di limitare le perdite e mettere a frutto gli investimenti fatti fino a questo momento. La decisione di Toyota, uno degli ultimi grandi produttori di automobili a decidere di investire in questa tecnologia, è ritenuta dagli esperti un segnale di come Uber, dopo essere stata considerata per molto tempo una società spregiudicata e fin troppo incline a prendere rischi, è oggi vista come un partner affidabile, con cui è possibile provare a costruire un’alleanza di lungo periodo.