Le cose che non tornano nella versione della ministra Grillo sull’obbligo vaccinale

Ha detto che l'obbligo rimane anche se i bambini non vaccinati saranno ammessi a scuola, ha proposto una criticata soluzione per i bambini immunodepressi e ha parlato di “obbligo flessibile”

(ANSA/GIUSEPPE LAMI)
(ANSA/GIUSEPPE LAMI)

La ministra della Salute Giulia Grillo è intervenuta per spiegare la sua versione riguardo all’emendamento al Milleproroghe approvato venerdì al Senato che rinvia di un anno l’introduzione dell’obbligo di vaccinazione per i bambini per essere ammessi alle scuole d’infanzia. Ma la sua spiegazione, pubblicata su Facebook, presenta numerosi passaggi contraddittori o perlomeno non chiari, hanno notato in molti.

Grillo ha sostenuto che nonostante l’emendamento «i bambini dovranno continuare a essere vaccinati e i genitori dovranno ancora presentare le certificazioni», e che a essere rinviata all’anno scolastico 2019/2020 è stata «una delle tre forme sanzionatorie previste dalla stessa legge, che prevede il non accesso dei bimbi non vaccinati agli asili nido e alle scuole materne». Come ha spiegato Quotidiano Sanità, non è però chiaro come questo possa funzionare: se – pur mantenendo le sanzioni economiche previste dal decreto Lorenzin – è stato rinviato il divieto di accesso alle scuole d’infanzia per i bambini dagli 0 ai 6 anni, significa che saranno comunque ammessi anche se i genitori non presenteranno i certificati vaccinali.

Un altro aspetto contestato della versione di Grillo è quello che riguarda i bambini immunodepressi, cioè quelli che per cause diverse non possono vaccinarsi, e che per questo sono esposti al rischio di contrarre malattie come morbillo, varicella, pertosse. Grillo ha detto: «garantiremo a tutti i bambini immunodepressi, quelli che non possono scegliere se vaccinarsi o meno, l’adeguata collocazione in classi in cui è assicurata la copertura vaccinale». Ma come hanno fatto notare in molti, questi bambini potrebbero comunque entrare in contatto con altri compagni di scuola non vaccinati in tutti i momenti in cui non sono in classe, dall’ingresso alla mensa alla ricreazione.

Grillo ha poi aggiunto che «è inoltre allo studio dei parlamentari un disegno di legge che prevede un obbligo flessibile nel tempo e nello spazio. Ossia uno strumento razionale e di buon senso che contempera il diritto alla salute collettiva e individuale». Grillo non ha aggiunto dettagli su come dovrebbe funzionare questa forma di “obbligo flessibile”.

L’emendamento, votato da Movimento 5 Stelle e Lega con l’opposizione di Partito Democratico, Forza Italia e Fratelli d’Italia, è stato duramente criticato dai medici e dall’ex ministra della Salute Beatrice Lorenzin, che aveva promosso un anno fa il decreto che introduceva l’obbligo. La discussione degli altri emendamenti al decreto Milleproroghe continuerà lunedì, dopodiché il decreto sarà votato. Poi passerà alla Camera.