L’ondata di caldo che ha colpito il nord Europa non è normale

Le temperature sono decisamente fuori dal comune e un consorzio di scienziati è convinto che sia colpa del riscaldamento globale

(DANIEL LEAL-OLIVAS/AFP/Getty Images)
(DANIEL LEAL-OLIVAS/AFP/Getty Images)

Nelle ultime settimane, in particolare negli ultimi giorni, nel nord Europa si sono registrate temperature molto superiori alle medie stagionali. Gli effetti del caldo fuori dal comune sono stati accentuati dal fatto che nella gran parte della regione ha piovuto pochissimo. In Norvegia sono stati superati i trenta gradi centigradi e sopra il Circolo polare artico sono state registrate temperature di oltre 15 gradi sopra quella che è considerata la norma. In Galles la siccità ha permesso di avvistare cerchi e linee nei campi, segni di antichi insediamenti sepolti. Nel tunnel che collega Regno Unito e Francia si sono registrate code fino a cinque ore a causa di «estreme e costanti alte temperature».

Gli esperti spiegano che in passato c’erano già state simili ondate di caldo. Il problema è che in molti paesi il caldo è fuori dalla norma – anche rispetto alle precedenti ondate – e che soprattutto questi periodi stanno diventando sempre più frequenti. La maggior parte degli esperti concorda anche nel dare la colpa di questo caldo eccezionale al riscaldamento globale: «Il mondo sta diventando più caldo e ondate di calore come questa diventeranno sempre più frequenti», ha detto Friederike Otto, professoressa dell’Environmental Change Institute dell’università di Oxford, che è parte del World Weather Attribution (WWA) un consorzio che il 27 luglio ha pubblicato uno studio sul caldo in nord Europa di questa estate.

La ricerca del WWA è partita dalle temperature rilevate negli ultimi mesi in alcune località di sette paesi del nord Europa e ha provato a capirne le cause: «Quello che una volta era un caldo fuori dal comune sta diventando la norma; in certi casi lo è già diventato», ha spiegato Otto, aggiungendo anche che il caldo di oggi è la chiara conseguenza delle eccessive emissioni inquinanti del passato.

Lo studio del WWA ha analizzato le temperature massime registrate in tre giorni consecutivi in varie località di Irlanda, Regno Unito, Scandinavia e Paesi Bassi; le ha paragonate a quelle del passato e ha usato modelli climatici per ipotizzare come sarebbero state le temperature senza emissioni di anidride carbonica. Il risultato è stato che nel nord Europa, il cambiamento climatico ha raddoppiato le possibilità che si verifichino ondate di calore anomale. La stazione di rilevamento con le temperature più fuori dall’ordinario è stata quella del Circolo polare artico: «Senza precedenti», ha detto Geert Jan van Oldenborgh, un ricercatore dell’istituto meteorologico olandese, che fa parte del WWA.

Già in passato era stato usato un simile modello comparativo per legare le ondate di caldo anomale al cambiamento climatico: la WWA aveva stabilito che l’ondata che colpì la regione australiana del South Wales nel febbraio 2017 era stata resa almeno 50 volte più probabile dagli effetti del cambiamento climatico.

Michael E. Mann, professore della Penn State University, ha anche spiegato al Guardian che i modelli climatici del WWA potrebbero aver addirittura sottostimato gli effetti del riscaldamento globale: perché, per esempio, è difficile capire bene le conseguenze del riscaldamento globale sulle correnti a getto, i flussi d’aria che – semplificando – fanno aumentare le temperature.

Un’altra prova che ci troviamo di fronte a cambiamenti globali e repentini: in passato le ondate di calore erano quasi sempre localizzate in alcune aree geografiche più piccole (per esempio le isole britanniche). Quest’estate il caldo è stato fuori dal comune in aree molto più estese.

Come sempre in questi casi, i ricercatori hanno spiegato che saranno necessarie ulteriori ricerche per capire meglio la situazione e che, soprattutto, bisognerà attendere i dati di agosto. Nei prossimi giorni, comunque, è prevista una tregua: nel Regno Unito pioverà parecchio, e le temperature torneranno sotto la media stagionale.