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  • Venerdì 20 luglio 2018

La storia del “collaboratore” di Macron che ha picchiato un manifestante

È stato ripreso in due video, l'Eliseo lo aveva sospeso per due settimane, ora la procura ha aperto un'indagine contro di lui e lo ha messo in stato di fermo

Da un paio di giorni i giornali francesi si stanno occupando del cosiddetto “affaire Benalla”, che coinvolge quello che è stato definito un “collaboratore” del presidente della Repubblica Emmanuel Macron, che all’Eliseo si occupa di sicurezza. Lo scorso primo maggio Alexandre Benalla è stato filmato a Parigi mentre trascinava per la strada e colpiva in modo violento un manifestante durante un corteo. L’Eliseo lo aveva sospeso temporaneamente dai suoi incarichi di funzionario (decisione che era stata molto criticata per essere troppo lieve), poi la procura aveva aperto un’inchiesta preliminare contro di lui. Oggi che Benalla è stato interrogato ed è stato posto in stato di fermo, l’Eliseo ha fatto sapere che sarà licenziato: per dei «fatti nuovi», però, di cui la presidenza della Repubblica non era finora a conoscenza.

A margine delle manifestazioni del primo maggio in Francia, un centinaio di persone si erano radunate in Place de la Contrescarpe, nel V arrondissement di Parigi, a seguito di una chiamata su Facebook lanciata da un comitato legato ai movimenti studenteschi. Sul posto la situazione era degenerata, e un video molto condiviso sui social network mostrava un uomo in borghese, ma con in testa un elmetto delle forze dell’ordine, mentre trascinava una giovane ragazza tenendola per il collo. In un’altra scena si vede lo stesso uomo colpire una persona già a terra e circondata da alcuni poliziotti in tenuta antisommossa. Si sente l’uomo a terra, molto spaventato, dire all’altro di calmarsi e si vede l’uomo con l’elmetto – «visibilmente fuori di sé», commentano diversi giornali francesi – che alza da terra il manifestante e lo colpisce più volte.

Un secondo video, pubblicato giovedì 19 luglio su Twitter, mostra quello che è successo in quegli stessi momenti ma da un’altra prospettiva, facendo vedere anche che cosa fa l’uomo con l’elmetto nei secondi in cui non compare nel primo video (i manifestanti coinvolti sono gli stessi che compaiono nel primo video). Qui, si vede l’uomo con il casco trascinare la ragazza contro un muro e cercare di farla cadere a terra. Poi la costringe a sedersi e parte in direzione dell’altro manifestante.

L’uomo con il casco è Alexandre Benalla, una persona che, scrive Le Monde, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron «conosce bene». Benalla, che ha 26 anni e che non fa parte ufficialmente delle forze dell’ordine francesi, era il responsabile della sicurezza personale di Macron durante la sua campagna presidenziale. Dopodiché gli è stato assegnato un incarico all’Eliseo, dove ha un suo ufficio, e lavora alle dirette dipendenze del vice capo di gabinetto del presidente della Repubblica François-Xavier Lauch. In passato Alexandre Benalla ha lavorato come collaboratore parlamentare ed era responsabile della sicurezza di Martine Aubry durante la campagna elettorale del Partito Socialista nel 2011. Nel 2012 lavorò anche come autista per Arnaud Montebourg, appena diventato ministro dell’Economia: «Ma me ne sono separato subito dopo una settimana perché commise un fatto di enorme gravità: davanti ai miei occhi provocò un incidente automobilistico e cercò subito di fuggire», ha raccontato qualche giorno fa Montebourg.

David Le Bars, segretario nazionale dei commissari della polizia nazionale francese, ha detto che «Alexandre Benalla è molto conosciuto nel mondo della polizia». Ha spiegato che è regolarmente presente in varie operazioni sul campo e che gestisce «diverse cose, senza che nessuno sappia chi lo ha incaricato di farlo». Le Bars ha anche aggiunto che, al momento dei fatti mostrati nei video, la polizia aveva «davanti a sé qualcuno che rappresentava, anche se in maniera indebita, una forma di autorità superiore alla loro».

Dopo gli episodi di violenza del primo maggio, di cui sia il ministro dell’Interno che l’Eliseo erano stati informati prima che la notizia uscisse sui giornali, Benalla è stato sanzionato dall’Eliseo con una sospensione temporanea di quindici giorni (valida dal 4 al 19 maggio) e al suo rientro è stato sollevato dall’organizzazione della sicurezza del presidente della Repubblica. Benalla rimane comunque un dipendente dell’Eliseo, ma gli è stato assegnato un ruolo amministrativo e la responsabilità di occuparsi solamente degli eventi all’interno dell’Eliseo stesso. Nonostante questo, fanno notare alcuni, lo scorso 16 luglio Benalla era sull’autobus dei giocatori della nazionale francese per assicurare la loro sicurezza agli Champs-Elysées durante i festeggiamenti per i Mondiali di calcio. Il primo luglio era presente anche al Pantheon quando si era svolta una cerimonia solenne per Simone Veil, alla presenza di Macron.

Nel frattempo la notizia delle violenze che si vedono nei video è stata raccontata dai giornali e giovedì 19 luglio la procura di Parigi ha aperto un’indagine preliminare contro Benalla per “violenze da parte di persona incaricata di una missione di servizio pubblico”, per “usurpazione di funzioni” e per “usurpazione di insegne riservate all’autorità pubblica”: Benalla indossava l’elmetto delle forze dell’ordine anche se non è un agente di polizia, e formalmente lo scorso primo maggio «era stato autorizzato a supervisionare le operazioni di mantenimento dell’ordine». Così ha detto il portavoce dell’Eliseo. Il ministro dell’Interno Gérard Collomb ha anche annunciato un ricorso all’Ispettorato generale della Polizia nazionale per verificare le circostanze della vicenda.

Sia a sinistra che a destra ci sono state molte critiche per la reazione troppo clemente dell’Eliseo nei confronti di Benalla. In molte e molti hanno chiesto perché i membri del gabinetto dell’Eliseo, essendo a conoscenza degli atti di violenza commessi da Benalla, non avessero informato l’ufficio del procuratore così come prevede l’articolo 40 del codice di procedura penale, che stabilisce che «ogni autorità costituita, pubblico ufficiale o dipendente pubblico che, nell’esercizio delle sue funzioni, venga a conoscenza di un crimine o di un reato, è tenuta a darne comunicazione senza indugio alla procura della Repubblica».

Venerdì 20 luglio, Benalla è stato interrogato e posto in stato di fermo. L’Eliseo ha fatto sapere che lo licenzierà, ma non per i fatti di violenza del primo maggio, pare. Secondo quanto dichiarato dall’Eliseo si tratta di «fatti nuovi» di cui la presidenza della Repubblica non era finora a conoscenza e che hanno a che fare con dei documenti della prefettura di Parigi che lui non era autorizzato a ricevere.