L’analisi della sconfitta di Matteo Renzi

In un discorso all'assemblea nazionale del PD ha fatto una parziale autocritica e poi ha dato la colpa ai giornali, alla minoranza interna e alle fake news

(ANSA / LUIGI MISTRULLI)
(ANSA / LUIGI MISTRULLI)

Questa mattina Matteo Renzi, senatore ed ex segretario del PD, ha fatto un lungo intervento all’Assemblea nazionale del partito, organizzata per eleggere un nuovo segretario e per stabilire la data del congresso che porterà alle prossime primarie. Renzi, che si è dimesso dalla guida del partito dopo il deludente risultato del Partito Democratico alle politiche di marzo, è stato il primo a parlare e ha fatto una specie di analisi della sconfitta. «Mi assumerò tutte le responsabilità. Ma non sono l’unico responsabile», ha detto all’inizio del suo intervento, in cui ha elencato i dieci motivi per cui secondo lui il PD ha perso le politiche del 4 marzo e le amministrative di giugno. Tra le altre cose ha anche ripreso una parola molto usata ai tempi della sua ascesa nel PD e nel governo italiano, dicendo:

Abbiamo perso perché abbiamo rottamato troppo poco.

Renzi ha detto che il PD ha sbagliato a diventare parte dell’establishment, che c’è una tendenza internazionale per cui il centrosinistra sta perdendo quasi ovunque (soprattutto in Europa) e che il PD ha pagato l’esposizione costante delle divisioni interne sui giornali: «Non le vince le elezioni un partito in cui si litiga e si discute e mette in campo ogni tipo di dissidio interno».

Il quarto punto ha riguardato la scarsa rottamazione, l’incapacità, da parte sua, di rinnovare abbastanza. Renzi ha poi detto che c’è stata mancanza di leadership, che il PD non ha saputo imporre la sua agenda politica, che sono stati usati toni sbagliati, che è stato un errore inseguire Campo Progressista, cioè il progetto di Giuliano Pisapia di un centrosinistra unito. Renzi ha infine detto che il PD è stato troppo assente dai social network e da internet in generale, facendosi schiacciare dalla propaganda e dalle fake news, e che avrebbe dovuto saper raccontare il futuro in modo diverso.

L’Assemblea del PD è una specie di parlamento interno del PD, a cui partecipano più di mille delegati. Ci si aspetta che l’Assemblea confermi Maurizio Martina nel suo ruolo di segretario (negli ultimi mesi si è trovato in una sorta di “limbo” non previsto dallo statuto del partito). È anche stata decisa la data delle prossime primarie: saranno il 24 febbraio 2019.