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  • Lunedì 18 giugno 2018

La legge contro gli “upskirt” nel Regno Unito

La prima ministra Theresa May ha criticato duramente il blocco in parlamento dei nuovi provvedimenti contro chi scatta di nascosto fotografie sotto le gonne delle donne

La prima ministra britannica, Theresa May (Leon Neal/Getty Images)
La prima ministra britannica, Theresa May (Leon Neal/Getty Images)

Nel Regno Unito la mancata approvazione di una legge contro la pratica dell’upskirt, cioè riprendere di nascosto dal basso verso l’alto le donne che indossano una gonna per fotografarne le parte intime, è finita al centro del dibattito politico e ha portato la stessa prima ministra britannica, Theresa May, a criticare duramente lo stallo dovuto all’opposizione di un singolo parlamentare del suo Partito Conservatore. La proposta di legge prevede fino a due anni di prigione per chi scatta fotografie o effettua riprese di questo tipo e sarebbe applicata in Inghilterra e nel Galles; non in Scozia dove sono già state introdotte norme contro gli upskirt.

In Inghilterra e Galles attualmente l’upskirt non rientra nelle regole del Sexual Offences Act del 2003, che punisce le attività di voyeurismo. Nonostante la mancanza di norme precise, ci sono comunque stati casi di condanne in tribunale per atti osceni e violazione della privacy delle vittime. Il dibattito è diventato di attualità nell’estate dello scorso anno, quando una ragazza che si chiama Gina Martin notò di essere stata fotografata nelle sue parti intime mentre stava partecipando a un festival musicale a Londra. Il suo caso fu rapidamente chiuso dalla polizia, senza conseguenze per gli autori dell’upskirt, spingendo Martin ad avviare una campagna per fare approvare regole più specifiche contro questa pratica. La petizione di Martin divenne rapidamente un caso politico e fu sostenuta dal Partito Laburista, portando a una raccolta firme cui parteciparono quasi 60mila persone. Da allora molti personaggi dello spettacolo e numerosi politici, conservatori e laburisti, si sono dichiarati a favore della nuova legge.

A inizio marzo di quest’anno, la parlamentare Wera Hobhouse dei Liberal Democratici ha presentato alla Camera una proposta di legge, su iniziativa personale, per portare avanti la causa di Martin e aumentare le pene legate agli atti di voyeurismo e di upskirting. Le iniziative personali raramente hanno vita facile nel parlamento britannico, sia perché hanno bassa priorità nel calendario dei lavori parlamentari, sia perché possono essere facilmente affossate o boicottate. Così è avvenuto con la seconda lettura della legge lo scorso 15 giugno, cui si è opposto il conservatore Christopher Chope. In seguito, Chope ha sostenuto di avere bloccato l’approvazione per una questione di procedure parlamentari e non per la legge in sé, sui cui principi dice di non avere particolari obiezioni e di confidare in un’iniziativa presa direttamente dal governo che sostiene.

In seguito alla mancata approvazione in parlamento, la prima ministra May ha detto di essere “amareggiata” e di auspicare un rapido sblocco della situazione. May ha inoltre detto di volere dare il sostegno del governo all’iniziativa. Hobhouse ha proposto di rimettere in calendario la legge a luglio. Il governo potrebbe accelerare il processo di approvazione, e renderlo più certo, agganciandola ad altre proposte di legge.

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