Una visitatrice con un visore per la realtà virtuale, necessario per guardare l'opera <em>Domestika</em> in mostra ad Art Basel, Basilea, Svizzera, 13 giugno 2018 (Harold Cunningham/Getty Images)

Com’è andata Art Basel, per capire il mercato dell’arte

Cosa si è visto e chi ha venduto di più alla grande fiera di Basilea, una delle più importanti al mondo

Art Basel è uno degli appuntamenti più importanti dell’anno nel mondo dell’arte: «l’evento che definisce lo stato attuale del mercato dell’arte dal punto di vista di un gallerista», lo definisce il New York Times. Si tiene a Basilea, in Svizzera, e quest’anno è arrivato alla 49esima edizione, che si è svolta dal 14 al 17 giugno. Hanno partecipato 290 gallerie con 4.000 artisti da tutto il mondo, presentati in otto sezioni, di cui una dedicata alle riviste e una ai film.

In molti lamentano che la fiera è frequentata soprattutto da persone interessate a investire sul sicuro più che a scoprire nuovi talenti, con il piano terra con gli artisti consolidati molto affollato e il primo e secondo piano con gli emergenti più trascurati. Questa tendenza si è vista nel successo dell’espressionista astratta Joan Mitchell, morta nel 1992, che il New York Times e Bloomberg hanno definito protagonista della fiera: lo scorso maggio un’asta di sue opere da Christie’s a New York aveva venduto per 16,6 milioni di dollari, oltre 14 milioni di euro, attirando nuovi investitori. Ad Art Basel c’erano quasi una decina di suoi quadri; due sono stati venduti a un costo di partenza di 14 milioni di dollari, l’equivalente di 12 milioni di euro.

https://www.instagram.com/p/Bj7v9SDH7ox/

Si è parlato anche della sezione Unlimited, quella dedicata alle opere d’arte monumentali o che comunque non rientrano per dimensioni nei normali espositori. Ce n’erano molte e sono state spesso le più condivise sui social network. Tra le più notevoli: Death Star II di Robert Longo, un omaggio alle persone morte per arma da fuoco nel 2017 negli Stati Uniti; Untitled del cinese Xiangyu, che è fatta di 3.500 grammi di oro e allude alla politica del figlio unico della Cina; Tiger, Tiger, Tiger, di Ai Weiwei, che espone 3.000 pezzi di ceramica della dinastia Ming.

https://www.instagram.com/p/Bj9t6pKB4VL/

https://www.instagram.com/p/Bj5k5V-lbSU/

Al centro di quest’edizione c’è stata infine una polemica sui costi che un gallerista deve affrontare per participare ad Art Basel: è un appuntamento sempre più esclusivo e di lusso, cosa che ha costretto molte piccole e medie gallerie a rinunciare, privando la fiera di molti artisti interessanti e originali e scontentando potenziali clienti. Il sito d’arte Artsy ha calcolato che una piccola galleria che espone nella sezione Statements, dedicata agli artisti emergenti, può spendere fino a 43 mila euro, le più grandi al piano con gli artisti affermati arrivano, per sei giorni, anche a 350 mila euro. Le cifre comprendono le spese di viaggio, alloggio, spostamenti, la spedizione delle opere, pranzi e cene, che a Basilea sono particolarmente alti; ovviamente incide molto l’affitto degli spazi espositivi, che nei settori principali supera i 700 euro a metro quadro per tutta la durata della fiera.

Continua sul Post