Amazon Music, Apple Music, Google Play e Spotify, a confronto

Cosa offrono di diverso e quanto costano i vari servizi di musica in streaming

(JUSTIN TALLIS/AFP/Getty Images)
(JUSTIN TALLIS/AFP/Getty Images)

Fino a qualche anno fa chi voleva ascoltare musica, guardare film o serie tv in streaming e in modo legale non aveva moltissime opzioni, anzi: in alcuni casi solo una o solo una davvero soddisfacente. Oggi invece ci sono diverse aziende che forniscono servizi simili e dato che le offerte disponibili cambiano e ne arrivano di nuove, ogni tanto vale la pena verificare di avere scelto il servizio più adatto a noi. Per la musica in streaming l’avevamo già fatto l’anno scorso: questa è una versione aggiornata di quell’articolo, fatta mettendo a confronto i principali servizi del settore.

In breve gli abbonamenti che potete fare hanno tutti lo stesso prezzo mensile per le due forme di sottoscrizione principali: quello che cambia è la qualità di riproduzione della musica, la possibilità o meno di ascoltare musica gratis e qualche offerta speciale, per studenti universitari o “vecchi abbonati”, in un certo senso.

Spotify
È stato il primo dei servizi di streaming per come li conosciamo oggi a diventare davvero “di massa” e per questo ha raggiunto una grossa diffusione. Si può usare sia in versione gratuita che a pagamento, cioè “Premium”. In entrambi i casi bisogna registrarsi e scaricare un’applicazione, anche da un computer. Nella versione gratuita ci sono le pubblicità e se si usa Spotify dall’app per dispositivi mobili non si può scegliere quale singola canzone ascoltare ma solo selezionare una playlist, un disco o la discografia in cui è contenuta. Infine si può passare alla canzone successiva solo per sei volte in un’ora.

Fino al 30 giugno l’offerta per l’iscrizione a un account Premium prevede il pagamento di 0,99 euro per i primi tre mesi, di 9,99 euro al mese in seguito. È un’offerta disponibile solo per chi non ha mai avuto un account Premium in passato. Oltre a non avere pubblicità, l’account Premium permette di scaricare le canzoni (anche se si possono poi ascoltare sempre e solo attraverso la app) e non fa differenze tra ciò che si può fare da computer e da smartphone. Se si è studenti universitari e lo si certifica, ci si può abbonare per un anno intero pagando il 50 per cento in meno. Con l’offerta Premium si possono scaricare – nel senso di poter ascoltare offline, senza consumare dati, ma sempre e solo con l’app di Spotify – fino a 3.333 canzoni per dispositivo

C’è anche un’opzione per condividere il proprio abbonamento con altre persone: con Premium for Family, per 14,99 euro al mese, si dispone di sei diversi account insieme, ognuno dei quali deve essere però essere intestato a persone che risiedono allo stesso indirizzo. In pratica tutte le opzioni di abbonamento costano quanto quelle di Apple Music. Con Spotify però si può avere un account Premium a prezzo scontato con alcuni operatori telefonici che lo comprendono nelle loro offerte.

Per quanto riguarda la qualità audio, normalmente le riproduzioni su mobile di Spotify sono a 96 kilobit per secondo (kbps), che un esperto di cose di audiofilia vi dirà essere piuttosto bassa. Si può però impostare a 160 kbps, con un consumo di dati maggiore (che se si è connessi senza wifi può essere un problema). 160 kbps è anche la qualità standard da desktop. Gli utenti che pagano un abbonamento possono riprodurre musica a 320 kbps, sia da mobile sia da desktop.

Apple Music
Non ha una versione gratis – come Spotify – ma è solo a pagamento, però si può fare una prova gratis per tre mesi. L’abbonamento standard costa 9,99 euro al mese, scontato a 4,99 euro per gli studenti universitari che dimostrino di esserlo. Ce n’è anche uno per famiglie composte da un massimo di sei persone: costa 14,99 euro al mese.

Apple Music funziona attraverso la stessa app di iTunes, e permette quindi un’ottima integrazione tra la propria libreria musicale (di canzoni di cui si possiede il file) e quelle in streaming. Partendo dal servizio si possono scaricare canzoni per ascoltarle offline attraverso l’app: non ci sono limiti al numero di canzoni che si possono scaricare, diversamente da quanto succede con Spotify. Non c’è una versione di Apple Music per Windows Phone.

Per chi ascolta la musica attraverso il sistema AirPort di Apple, per mandarla a degli speaker tramite wifi, Apple Music ha un vantaggio: si può trasmettere soltanto il segnale di iTunes, mantenendo separato quello del proprio computer, con il quale si può per esempio continuare ad ascoltare video su YouTube (con Spotify si deve mandare alle casse esterne l’audio di tutto il computer, quindi anche quello di banner pubblicitari e video).

La qualità della musica di Apple Music è a 256 kbps. È inferiore a quella massima di Spotify, ad esempio, ma sfrutta un sistema di compressione diverso: Spotify usa Ogg Vorbis, Apple Music l’Advance Audio Coding. Come per tutte le cose di audiofilia, c’è chi sostiene la superiorità dell’uno e chi dell’altro: sono differenze percettibili da chi ha orecchie allenate, per gli altri si assomiglieranno molto.

Su Apple Music si possono anche guardare i video delle canzoni e pure una serie comica in cui cantanti e altre persone famose cantano in auto: Carpool Karaoke.

Il trailer della serie “Carpool Karaoke”, prodotta da Apple

Google Play Music
Consigliato soprattutto a chi usa molto i servizi di Google e il suo store, per gli utenti Android in particolare, e vuole integrare alle cose che usa un servizio di streaming. Funziona in modo simile ad Apple Music, nel senso che lo si usa attraverso Google Play, cioè lo stesso posto in cui si possono acquistare dischi e film. Si può provare gratis per 30 giorni, poi si paga 9,99 euro al mese, 14,99 se si usa il servizio con un gruppo Famiglia: può raggruppare fino a un massimo di sei account appartenenti a persone che risiedono nello stesso paese. Anche con Google Play, come con Apple Music, il numero di canzoni che si possono scaricare per l’ascolto online è illimitato.

Quindi si spende tanto quanto con Apple Music, ma a differenza di questo ha anche una versione gratuita: non permette di ascoltare musica in streaming, ma soltanto di salvare sul cloud fino a 50mila canzoni, per poi ascoltarle da desktop o da un dispositivo mobile. Un’altra differenza è che non è previsto uno sconto studenti. Per quanto riguarda la qualità della musica: arriva a 320 kpbs, come per Spotify.

Presto comunque arriverà un nuovo servizio di streaming di musica di Google: YouTube Music. In alcuni paesi c’è già, in Italia no, per ora. Potrebbe cambiare un po’ le cose per i servizi di streaming di musica, visto che molte persone sono abituate a usare YouTube per ascoltarla.

YouTube ha annunciato YouTube Music, un nuovo servizio di musica in streaming a pagamento senza pubblicità

Amazon Music
Lo abbiamo messo in fondo perché è l’ultimo arrivato. Come gli altri prevede un abbonamento mensile a 9,99 euro per un account singolo e uno a 14,99 euro per sei account al massimo distribuiti tra i membri di un’unica famiglia. C’è però un vantaggio per chi ha già un account Amazon Prime, il programma di Amazon per ricevere consegne in un giorno (che ora costa 36 euro l’anno): Amazon Music non è incluso ma abbonandosi per un anno intero non si pagano due mesi. Quindi l’abbonamento annuale individuale costa 99 euro, quello familiare 149. In tutti i casi per i primi 30 giorni Amazon Music è gratis. La qualità della musica di Amazon Music è a 256 kbps, come quella di Apple Music, e non c’è limite alle canzoni che si possono scaricare e ascoltare offline.

Aggiornamento del 6 giugno: Ora per chi è già abbonato ad Amazon Prime c’è una forma gratuita di Amazon Music inclusa. Prevede la possibilità di ascoltare più di 2 milioni di canzoni (una selezione del catalogo totale, che è di 50 milioni) al mese, senza pubblicità. Anche offline, scaricando le canzoni sui propri dispositivi.

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