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  • Domenica 27 maggio 2018

La metropolitana di Londra non se la passa molto bene

Per la prima volta in dieci anni i passeggeri sono diminuiti, nonostante la popolazione e l'occupazione aumentino: perché?

(Monika Skolimowska/picture-alliance/dpa/AP Images)
(Monika Skolimowska/picture-alliance/dpa/AP Images)

Per la prima volta dal 2008 i passeggeri della metropolitana di Londra sono diminuiti, dopo vent’anni di crescita costante. Nell’anno fiscale 2017-2018 sono stati 1,35 miliardi, il 2 per cento in meno degli 1,38 miliardi del 2016-2017. I passeggeri dei bus sono in calo dal 2014, quando avevano raggiunto il loro picco. Questo andamento non è in linea con quello della popolazione di Londra, che invece è in crescita, così come il tasso di occupazione: due indicatori che di solito, con il loro aumento, fanno aumentare anche il numero dei passeggeri dei mezzi pubblici. Invece a Londra no.

Nicole Badstuber, ricercatrice di Amministrazione dei trasporti urbani, ha spiegato sul sito The Conversation che questo andamento ha tante spiegazioni. C’entra la sempre maggiore diffusione dei lavori che possono essere svolti da casa, in remoto, e che influiscono molto sul numero di pendolari: negli ultimi dieci anni questi passeggeri sono diminuiti del 14,2 per cento. Sono anche aumentati i prezzi dei biglietti: per oltre dieci anni, tra il 2000 e il 2012, erano rimasti stabili, mentre negli ultimi sei anni sono aumentati del 5 per cento sui bus e del 3 per cento sulla metro. Gli aumenti hanno interessato ancora di più gli abbonamenti, saliti rispettivamente dell’8 per cento e del 6 per cento.

Il sindaco di Londra Sadiq Khan si è impegnato a non aumentare i prezzi dei biglietti nei prossimi anni: questo provvedimento, negli anni del suo mandato, avrà un costo di circa 640 milioni di sterline. È stata comunque una promessa molto criticata, perché poi si è scoperto che riguardava solo i viaggi singoli e non gli abbonamenti: una misura che quindi favorisce i viaggiatori occasionali rispetto ai pendolari. Il governo, poi, ha tagliato circa 700 milioni di sterline di finanziamenti annui al Transport for London (TfL), l’ente che gestisce i trasporti pubblici di Londra. Queste due circostanze hanno portato TfL a basare il proprio business plan per i prossimi anni su un aumento dei ricavi dei biglietti, per un totale del 62 per cento del budget totale tra cinque anni, contro il 45 per cento attuale. Non sarà facile, visto che quest’anno i ricavi sono diminuiti di circa 240 milioni di sterline.

TfL calcola che il londinese medio abbia fatto 2,2 viaggi al giorno sui mezzi pubblici nell’annata 2016/2017, il 20 per cento in meno rispetto a dieci anni prima. A influire sul minore utilizzo dei mezzi pubblici c’è anche la popolarità dei servizi di consegne a domicilio, che avvengono in buona parte su gomma e fanno uscire meno le persone: i furgoni per le consegne hanno rappresentato nel 2016 il 14 per cento del traffico in città, contro l’11 per cento del 2000. In generale, il TfL stima che il calo dei passeggeri sia legato soprattutto a chi esce per fare shopping e per piacere personale: i primi viaggi sono diminuiti del 35,4 per cento tra il 2007/2008 e il 2016/2017, i secondi del 16,1 per cento dal 2013/2014. Secondo Wired, nel calo dei passeggeri della metro c’entra anche la paura degli attentati, soprattutto dopo gli attacchi sul ponte di Westminster e sul London Bridge del marzo e giugno del 2017.

TfL deve quindi guardare altrove per finanziarsi nei prossimi anni, e una delle prospettive più percorribili è riformare le tariffe applicate alle auto nel centro di Londra. Attualmente la zona interessata dai pedaggi equivale all’1,5 per cento della città, dalle 7 di mattina alle 6 di sera: consiste in una tariffa unica giornaliera ed esenta le auto a noleggio, comprese quelle di Uber. Quest’ultima categoria di auto ha visto un aumento del 75 per cento negli ultimi quattro anni, e il venerdì e il sabato sera nell’area di Central London ce ne sono circa 18mila. Come ha già deciso New York, anche Londra potrebbe decidere di applicare una tariffa aggiuntiva a ogni corsa sui taxi e sulle auto di Uber (nel caso di New York, di 2,50 e 2,75 dollari).

Ma TfL prevede di ottenere molti ricavi dall’apertura della Elizabeth Line, la nuova linea ferroviaria che attraverserà da est a ovest la città collegando Reading a Shenfield, e la cui prima tratta dovrebbe aprire nel dicembre del 2018. Entro il 2022/2023 ci si aspetta che trasporti 269 milioni di passeggeri all’anno, per un totale di 913 milioni di sterline di ricavi. Entro lo stesso anno TfL vorrebbe aumentare i passeggeri della metropolitana del 3 per cento e quelli dei bus del 5 per cento. Ma parte delle strategie di rifinanziamento di TfL passano anche attraverso la vendita dei circa 120 ettari di terreni che possiede a Londra, molto incentivata da Khan: in parte sono già stati assegnati con un accordo firmato nel 2016 con 13 società immobiliari, per un totale di 3,4 miliardi di sterline.