Le foto di venerdì 11 maggio a Cannes

Attori, registi e produttori polacchi, francesi e argentini: roba da veri intenditori

L'attrice Miya Muqi alla prima di "Jiang Hu Er Nv (Ash is purest white)" al festival di Cannes, 11 maggio 2018 (Emma McIntyre/Getty Images)
L'attrice Miya Muqi alla prima di "Jiang Hu Er Nv (Ash is purest white)" al festival di Cannes, 11 maggio 2018 (Emma McIntyre/Getty Images)

I protagonisti del primo venerdì del festival di Cannes sono attori, registi e produttori argentini, polacchi e francesi. Nel pomeriggio ci sono stati la conferenza stampa di Zimna Wojna (Cold war), girato dal polacco Pawel Pawlikowski; il photocall di Plaire, aimer et courir vite diretto dal francese Christophe Honoré, sull’incontro tra Jacques, uno scrittore 40enne, e Arthur, uno studente, nell’estate del 1990 a Parigi; e ancora il photocall di Gräns (Border) del regista iraniano-danese Ali Abbassi, che è un adattamento del romanzo horror Lasciami entrare dello svedese John Ajvide Lindqvist: sono stati presentati tutti giovedì, i primi due in concorso per la Palma d’oro, l’ultimo per la sezione Un certain regard.

Oggi è stato presentato in concorso Jiang Hu Er Nv (Ash is purest white) del regista cinese Jia Zhangke, che racconta la storia d’amore tra Qiao e il gangster Bin: per proteggerlo durante uno scontro tra bande rivali, lei spara un colpo, viene arrestata e sconta cinque anni in carcere; esce e lo va a cercare. Fuori concorso sarà invece proiettato Gongjak (The spy gone north) del sudcoreano Yoon Jong-bin: ambientato nel 1993 parla di un ex soldato reclutato per diventare una spia dei servizi segreti sudcoreani con la missione di infiltrarsi in un gruppo di alti funzionari nordcoreani che vivono a Pechino, e scoprire informazioni sul programma nucleare del paese. Per la sezione Un Certain Regard c’è invece El Angel dell’argentino Luis Ortega, sull’adolescenza di Carlos Robledo Puch, serial killer e ladro argentino condannato per 11 omicidi, 17 furti e uno stupro. Venne arrestato a 21 anni e per il suo aspetto angelico i giornali lo soprannominarono l’Angelo della morte.