Cosa ha detto Di Maio sulla Lega e il PD

Il leader del Movimento 5 Stelle ha proposto al Partito Democratico di "venire al tavolo" per mettersi d'accordo e governare insieme, il PD ci sta pensando

Il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, al termine del suo incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico - Roma (ANSA/ETTORE FERRARI)
Il leader del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, al termine del suo incontro con il presidente della Camera, Roberto Fico - Roma (ANSA/ETTORE FERRARI)

Al termine delle consultazioni di ieri con il presidente della Camera Roberto Fico, Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle ha detto “in modo ufficiale che qualsiasi discorso con la Lega si chiude qui”, aggiungendo di essere interessato a valutare insieme al Partito Democratico la possibilità di trovare un accordo per governare insieme. La decisione di Di Maio sembra quindi chiudere definitivamente la possibilità di un accordo con la Lega e parte del centrodestra, nonostante i numerosi contatti e le iniziali dichiarazioni di intenti comuni da parte del leader leghista Matteo Salvini. Non è però chiaro se il PD sia disposto a trovare qualche compromesso con il M5S, né se ci siano concrete possibilità di un accordo di tipo politico.

Sempre ieri, prima di Di Maio, Fico aveva incontrato il segretario reggente del PD Maurizio Martina, con una delegazione composta da altri membri del partito tra cui Graziano Delrio e Matteo Orfini. Al termine dell’incontro, Martina aveva dato per la prima volta qualche indicazione più concreta sulla possibilità di aprire un confronto con il M5S a patto di una conferma di una “fine definitiva di qualsiasi tentativo di un accordo tra Cinque Stelle, Lega e centrodestra”. Martina aveva detto che solo nel caso di una “conferma solenne” si sarebbe potuta valutare la possibilità di un accordo. Le successive parole di Di Maio, molto dure con il centrodestra e la Lega, sembrano avere aperto questa possibilità.

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle non sono mai andati molto d’accordo, con il secondo che ha fatto spesso una dura opposizione, soprattutto durante la passata legislatura. Ieri lo ha ammesso anche Di Maio: “Tra noi e il PD ci sono profonde differenze e una storia molto difficile alle spalle. Ma se riusciremo a mettere al centro i cittadini e il bene della Nazione, a definire gli obiettivi che tirano fuori dal pantano le famiglie e le imprese, noi ci siamo. Sui temi ci siamo. Quindi chiedo al PD di venire al tavolo per iniziare a capire se ci siano convergenze sui temi, per poi eventualmente passare alla stesura del contratto di Governo”.

Di Maio ha inoltre escluso la possibilità di dare la fiducia a “governi tecnici, istituzionali, di scopo, di garanzia, del Presidente o altro”, aggiungendo che se dovesse fallire il tentativo anche con il PD non resterebbero altre soluzioni che nuove elezioni: “Deciderà il presidente della Repubblica, ma qualora non dovesse riuscire questo ultimo tentativo, per noi si dovrà tornare al voto”.

Molti osservatori sono comunque scettici sulla possibilità che PD e M5S riescano a stringere un accordo che gli consenta di governare, per lo meno per una parte della nuova legislatura. Ieri Martina è stato del resto molto vago sulle prossime decisioni del suo partito, parlano di un “percorso nuovo” che deve essere discusso dalla Direzione nazionale e che dovrà essere comunque basato sul programma del PD della scorsa campagna elettorale. Le differenze nei contenuti e nelle proposte con il M5S sono numerose e trovare una mediazione potrebbe essere complicato. Martina sembra essere intenzionato a consultarsi con i rappresentanti del PD in Direzione prima di prendere una decisione, ma per ora non è chiaro quando questa sarà convocata e con quali modalità.

Dopo avere affidato a Fico l’incarico di eseguire consultazioni mirate con M5S e PD, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella non ha più fatto dichiarazioni in merito. A Fico ha dato tempo fino a domani, giovedì 26 aprile, per confrontarsi con i due partiti e non è chiaro che cosa deciderà dopo essersi consultato nuovamente con il presidente della Camera. Alle luce delle nuove aperture da parte del PD, Mattarella potrebbe decidere di dare più tempo ai due partiti per incontrarsi, ma la formazione di un nuovo governo a queste condizioni appare ancora molto difficoltosa.