Gli arresti per i disordini di piazza San Carlo, a Torino

La polizia dice che la grande ressa dello scorso giugno fu causata dai membri di una banda che rapinava le persone utilizzando bombolette spray urticanti

(MASSIMO PINCA/AFP/Getty Images)
(MASSIMO PINCA/AFP/Getty Images)

Venerdì la polizia ha arrestato e fermato dieci persone accusate di far parte di una banda che, durante un tentativo di rapina, causò i disordini di piazza San Carlo a Torino del 3 giugno 2017: durante la proiezione della finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, un falso allarme generò una gran ressa nella quale si ferirono decine di persone. Una di loro, la 38enne Erika Pioletti, era morta per le conseguenze di quelle ferite. Fino almeno alla metà di marzo non si sapeva di preciso cosa avesse provocato l’allarme: ora, stando ai giornali, la polizia sembra essere convinta che i responsabili furono quattro membri della banda, che causarono il panico provando a rapinare una o più persone utilizzando uno spray urticante al peperoncino.

Il personaggio più citato dai giornali è il 20enne Sohaib Bouimadaghen, descritto come il “capo”, che sarebbe stato il primo a confessare. Insieme a Mohammed Machmachidei, è accusato di omicidio preterintenzionale. Repubblica scrive che, insieme ad altre quattro persone, i due sono in carcere, mentre per gli altri sono stati disposti gli arresti domiciliari o l’obbligo di firma. Tutti i membri della banda hanno intorno ai 20 anni.

Un’immagine degli spray al peperoncino usati nelle rapine, diffusa dalla Polizia. (ANSA/ POLIZIA DI STATO)

Secondo quanto scrive La Stampa la polizia ha scoperto il coinvolgimento della banda con i fatti di piazza San Carlo meno di un mese fa, dopo aver trovato delle tracce di spray urticante su un cappello recuperato nella zona della piazza dove era iniziata la ressa.

Da lì, la polizia è risalita alla banda, che secondo i giornali era nota per avere compiuto molte altre rapine tra il 2017 e il 2018, in diversi casi utilizzando la tecnica dello spray al peperoncino. In due occasioni, un concerto della cantante Elisa a Torino lo scorso settembre e una serata tenuta a gennaio a Verona dal dj Gabry Ponte, le rapine avevano nuovamente causato scene di panico e resse. Ma la Stampa ha scritto che la polizia attribuisce alla banda complessivamente una decina di furti, a concerti e a centri commerciali, in diverse città del Nord Italia e addirittura in alcune città all’estero, tra febbraio e marzo. Per identificare tutti i membri della banda, la polizia ha intercettato le loro conversazioni telefoniche: secondo i giornali trovando prove del loro coinvolgimento con i vari furti.

Secondo il Fatto Quotidiano, nel decreto di fermo per Bouimadaghen la procura di Torino ha scritto che i disordini di piazza San Carlo potevano essere evitati se «addetti alla sicurezza avessero approntato e messo a punto misure idonee a salvaguardare l’ordinato svolgimento della manifestazione e l’incolumità degli spettatori». Pochi giorni fa si è intanto chiusa l’indagine sulle presunte responsabilità politiche dei disordini: tra le persone indagate c’è la sindaca di Torino Chiara Appendino.