La volta che David Copperfield fece “sparire” la Statua della Libertà

La storia di una delle illusioni più famose di sempre, avvenuta l'8 aprile 1983, e soprattutto del suo trucco

La sera dell’8 aprile 1983 un illusionista 26enne di nome David Copperfield radunò una ventina di persone presentate come turisti su Liberty Island, l’isola davanti a Manhattan con la Statua della Libertà. Copperfield diceva di voler fare scomparire la statua e aveva allestito due grandi torri d’acciaio che tenevano un grande telo blu, davanti alle quali erano allestite le sedie del pubblico.

Copperfield non era ancora molto famoso, ma si era comunque guadagnato una piccola notorietà soprattutto tra i ragazzi, facendo spettacoli di illusionismo sulle principali reti televisive americane. Nel suo spettacolo più noto fino a quel momento aveva fatto scomparire un jet davanti a qualche decina di persone in cerchio (o almeno così diceva). La sera dell’8 aprile a riprendere l’evento c’era CBS: un presentatore e una presentatrice iniziarono a illustrare le dimensioni della statua, come a suggerire che Copperfield l’avrebbe fisicamente spostata. Intorno alla statua erano disposte delle luci, a formare un cerchio, ed erano state piazzate tre macchine fotografiche programmate per scattare in continuazione foto alla statua durante la “scomparsa”. In quello che oggi apparirebbe come un trucco ingenuo, fu preparato una specie di radar simile a quello di un sottomarino, con il simbolo lampeggiante della statua della libertà a segnalarne la presenza e l’assenza.

Copperfield riepilogò con un modellino come si sarebbe svolta l’illusione, mentre un elicottero sorvolava l’isola per riprendere la scena dall’alto. Copperfield si avvicinò alla telecamera mentre il telo veniva sollevato a coprire la statua. Fece passare le dita sullo schermo del radar, se le portò alla tempia e attese circa venti secondi, prima di voltarsi e fare cenno di abbassare il telo. La Statua della Libertà non si vedeva più, come sottolinearono gli applausi entusiasti dei presenti. «Non avevo mai visto una Statua della Libertà scomparire così», disse una donna commentando l’illusione con il presentatore.

Copperfield spiegò che aveva fatto l’illusione ispirato dai racconti di sua madre, arrivata a New York come immigrata, per ricordare a tutti quanto fossero importanti i valori che la Statua rappresentava e che si davano per scontati. Dopo il suo discoro, fece tornare su il telo. Quando lo calò di nuovo, la Statua della Libertà era tornata visibile. Con quell’illusione, Copperfield sarebbe diventato il più famoso illusionista della seconda metà del Novecento e una specie di rockstar della televisione americana e internazionale.

L’anno scorso il programma radiofonico This American Life, uno dei più famosi degli Stati Uniti, raccontò la storia del trucco, di cui fino ad allora si erano occupati soprattutto siti di appassionati. Il programma provò innanzitutto a chiedere a Copperfield di spiegarlo: lui disse – in modo molto cortese, secondo gli autori del programma – che non era il suo lavoro spiegare il trucco, e avvertì che negli anni aveva pagato delle persone per fornire false spiegazioni su internet. Nonostante i tentativi di depistaggio di Copperfield, comunque, la spiegazione del trucco è ampiamente accreditata e This American Life è perfino riuscito a confermarla.

A muoversi, nel trucco di Copperfield, non fu la Statua della Libertà, ma gli spettatori, che erano stati fatti sedere sopra una piattaforma rotante, che si mosse quando il telo fu alzato per coprire la statua: giusto quanto bastava per “spostarla” dietro una delle due torri. Quando il telo fu abbassato, quindi, gli spettatori stavano guardando il cielo sopra il New Jersey. Copperfield aveva allestito un’altra serie di luci circolari di fianco a quelle disposte attorno alla statua. Non è tuttora chiaro se l’illuminazione della Statua della Libertà fu spenta durante la “scomparsa”, ma è probabile di sì. Non è chiaro nemmeno se gli spettatori fossero complici, o se semplicemente non si accorsero della rotazione della piattaforma. Per quanto riguarda le foto e il radar, ovviamente erano falsi. La rotazione della piattaforma si può intuire anche da un riflesso bianco sullo schermo del radar vicino a Copperfield.

This American Life è riuscito a contattare David L. Moffitt, che per anni fu il sovrintendente di Liberty Island, dove visse a lungo con la sua famiglia. Moffitt ha raccontato che tutte le iniziative che coinvolgevano la Statua dovevano passare dalla sua approvazione. Disse che quando Copperfield gli chiese di partecipare al trucco, lui rifiutò. Poi però Copperfield ottenne il permesso direttamente dal presidente Ronald Reagan, di cui era amico, e riuscì a organizzare la messinscena. Copperfield chiese a Moffitt di firmare un accordo di riservatezza, ma Moffitt rifiutò di nuovo, perché non voleva rinunciare alla sua libertà di espressione: «difficile obiettare, sotto la Statua della Libertà». Moffitt, che era lì la sera dell’8 aprile, ha confermato che la spiegazione del trucco è quella giusta, ma ha aggiunto che il pubblico era complice: era impossibile che non si accorgesse del movimento della piattaforma. Una donna gli disse anche di essere stata pagata.

This American Life ha contattato il pilota dell’elicottero usato per le riprese quella sera, che ricevette il compito di spostarsi da sopra la statua a un’altra posizione concordata – sopra niente in particolare – durante il trucco. Il pilota dubita però che il pubblico fosse pagato e come lui la pensa Ed Alonzo, un illusionista che quella sera azionò il meccanismo del telo, e che ha parlato con This American Life. Alonzo ha raccontato che in realtà il meccanismo fu provato per mesi, anche con la collaborazione di alcuni illusionisti a Los Angeles, perché fosse silenzioso e impercettibile. Alonzo ha spiegato che forse la persona con cui parlò Moffitt era una della produzione, oppure ha suggerito che fosse stata pagata per fare da pubblico, ma che non sapesse del trucco. Secondo Alonzo, può darsi che qualcuno lo avesse comunque capito, anche perché le riprese del trucco furono fatte per tre volte, circostanza negata da Copperfield.