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  • Domenica 1 aprile 2018

La controversa estradizione di sei cittadini turchi in Kosovo

Sono accusati di essere seguaci di Fethullah Gülen e sono ora in Turchia, ma il ministro dell'Interno e il capo dei servizi segreti sono stati licenziati per come hanno gestito il caso

Studenti della Scuola Mehmet Akif di Pristina durante una manifestazione contro l'arresto dei loro insegnanti, il 29 marzo 2018 (ARMEND NIMANI/AFP/Getty Images)
Studenti della Scuola Mehmet Akif di Pristina durante una manifestazione contro l'arresto dei loro insegnanti, il 29 marzo 2018 (ARMEND NIMANI/AFP/Getty Images)

Venerdì il primo ministro del Kosovo Ramush Haradinaj ha licenziato il ministro dell’Interno del paese Flamur Sefaj e il capo dei servizi segreti (AKI) Driton Gashi per aver permesso senza informarlo l’arresto e l’estradizione di sei cittadini turchi accusati di essere legati al movimento di Fethullah Gülen, il religioso che il governo turco ritiene responsabile del tentato colpo di stato del 2016. Sabato Haradinaj ha detto che gli arresti e le estradizioni, considerati una violazione dei diritti umani dall’organizzazione Human Rights Watch, saranno oggetto di un’indagine. Il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan ha detto di essere stato rattristato dal licenziamento di Sefaj e Gashi.

Gli arresti sono avvenuti giovedì, in un’operazione dei servizi segreti turchi in collaborazione con quelli kosovari. Cinque degli uomini arrestati sono insegnanti, mentre il sesto è un medico: ora si trovano in un carcere di massima sicurezza a Istanbul, secondo i giornali kosovari. Gli insegnanti lavoravano per un gruppo di scuole private del Kosovo. Fino alle prime ore di sabato i familiari degli arrestati sono rimasti all’aeroporto di Pristina, pensando che gli uomini si trovassero ancora in Kosovo; se ne sono andati quando è stato detto loro che erano già stati estradati due giorni prima. Mustafa Gunakan, uno dei familiari, ha detto all’agenzia di stampa Reuters: «Mio padre è stato rapito. Pensavamo di essere al sicuro in Kosovo. Non pensavamo che sarebbe finita in questo modo».

Erdoğan ha definito gli uomini arrestati «sei dei più importanti membri della rete di Gülen nei Balcani». Secondo il governo turco avrebbero aiutato altri cittadini turchi accusati di avere dei legami con il movimento di Gülen a lasciare la Turchia e sarebbero stati dei reclutatori per il movimento stesso.

Human Rights Watch ha criticato il Kosovo sia per la modalità in cui sono avvenuti gli arresti sia per le estradizioni, dato che gli arrestati «sono stati mandati in un paese in cui andranno seriamente incontro al rischio di essere torturati». Haradinaj ha dato seguito a una richiesta dell’organizzazione decidendo di avviare un’indagine sulla vicenda. Il presidente del Kosovo Hashim Thaçi – il cui Partito Democratico del Kosovo, di centrosinistra, fa parte della coalizione di governo guidata dall’Alleanza per il Futuro del Kosovo di Haradinaj, di centrodestra – ha difeso l’operato dei servizi segreti kosovari. Ha detto che «l’unica ragione per cui i cittadini turchi sono stati estradati sono le loro attività illegali in Kosovo che, come dice l’AKI, hanno messo in pericolo la sicurezza nazionale del Kosovo».

Florian Bieber, un politologo austriaco dell’Università di Graz esperto di politica balcanica, ha detto a Reuters che tutta la faccenda potrebbe danneggiare il Kosovo nel suo processo di avvicinamento all’Unione Europea, da cui invece la Turchia si è allontanata sotto il governo di Erdoğan.