Cina e USA stanno trattando, per evitare i dazi

Qualche giorno fa si parlava di una nuova "guerra commerciale", ma i giornali statunitensi scrivono che sono iniziati dei colloqui tra i due paesi

Xi Jinping e Donald Trump a Pechino, 9 novembre 2017 (NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)
Xi Jinping e Donald Trump a Pechino, 9 novembre 2017 (NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)

Il Wall Street Journal e diversi altri importanti giornali hanno scritto che la Cina e gli Stati Uniti hanno iniziato a negoziare «silenziosamente» per migliorare l’accesso delle società statunitensi ai mercati cinesi. La notizia è arrivata dopo una settimana di dichiarazioni molto pesanti da entrambe le parti sull’imposizione di dazi e contro-dazi alle rispettive importazioni di prodotti, dichiarazioni che hanno fatto parlare di una imminente “guerra commerciale” tra i due paesi.

Nel 2017, il disavanzo commerciale degli Stati Uniti con la Cina – che Trump ha promesso di ridurre – ha raggiunto un livello record: gli acquisti statunitensi di beni e servizi cinesi sono stati superiori di 375 miliardi di dollari rispetto alle importazioni cinesi dagli Stati Uniti. La scorsa settimana, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump aveva parlato di un piano di sanzioni economiche contro la Cina, accusata di avere incentivato il furto di brevetti e proprietà intellettuali dalle aziende statunitensi, per trarne vantaggi economici e produttivi di vario tipo. Le misure annunciate dovrebbero colpire merci per un valore stimato di 60 miliardi di dollari con un dazio medio del 25 per cento su circa 1.300 prodotti provenienti dalla Cina. La Cina aveva dunque risposto che era pronta a tutelare i propri interessi minacciando di imporre a sua volta dazi su 128 prodotti americani per un totale di 3 miliardi di dollari.

In questa situazione, analisti e osservatori avevano cominciato a parlare di una possibile nuova guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti, con conseguenze molto gravi per l’economia mondiale. La Cina, nel suo elenco di possibili ritorsioni, non aveva però fatto riferimento ad alcune delle maggiori esportazioni statunitensi come la soia e il sorgo e questo, avevano fatto notare alcuni, dimostrava la volontà di Pechino di negoziare una soluzione con l’amministrazione Trump.

Citando persone vicine alla trattativa, il Wall Street Journal dice che ora, superate le reciproche minacce, sono in corso dei colloqui per trovare un accordo su importazioni ed esportazioni. I negoziati sono guidati da Liu He, nuovo vicepremier cinese con deleghe sull’economia, dal segretario al Tesoro degli Stati Uniti Steven Mnuchin e dal Rappresentante per il Commercio USA Robert Lighthizer. La scorsa settimana Mnuchin e Lighthizer hanno inviato una lettera a Liu individuando le richieste dell’amministrazione Trump per ridurre il deficit commerciale, tra cui: il taglio dei dazi all’import di auto americane, maggiori acquisti di microchip USA a discapito di quelli che importa da Taiwan e Corea del Sud, possibilità per le imprese straniere di ottenere il controllo di società cinesi e in generale un più ampio accesso ai mercati finanziari cinesi per le compagnie statunitensi. Mnuchin dovrebbe recarsi a Pechino a breve per seguire i negoziati.

Domenica 25 marzo, Mnuchin e Liu He si sono parlati al telefono. Un portavoce del segretario del Tesoro USA ha spiegato che i due hanno discusso del deficit commerciale tra i loro due paesi «e si sono impegnati a continuare il dialogo per trovare un modo reciprocamente accettabile per ridurlo». Durante la telefonata Liu ha detto a Mnuchin che la recente offensiva commerciale di Washington contro la Cina avrebbe danneggiato entrambi i paesi e il mondo e ha dunque espresso la speranza che le due parti possano trovare presto un modo per lavorare insieme per «mantenere la stabilità complessiva» delle loro relazioni economiche e commerciali.

In una recente intervista a Fox News Sunday, Mnuchin ha confermato che sta lavorando a un percorso «con i cinesi per vedere se possiamo raggiungere un accordo» e ha anche detto di essere «cautamente speranzoso». L’accordo includerebbe il fatto che la Cina apra ulteriormente i propri mercati alle esportazioni statunitensi, che riduca le proprie tariffe e che allenti le restrizioni alle imprese finanziarie statunitensi. Negli ultimi mesi, scrive il Wall Street Journal, i funzionari cinesi erano in attesa di richieste specifiche da parte degli Stati Uniti ed erano frustrati per la mancanza di chiarezza da parte dell’amministrazione Trump.

Ora i colloqui sono ripresi e gli Stati Uniti restano in attesa dell’evoluzione dei negoziati e di ciò che dirà l’attuale presidente della Cina Xi Jinping a Boao il prossimo aprile quando si svolgerà la riunione annuale del Forum Asiatico. Alcuni osservatori hanno detto che si aspettano che Xi Jinping annunci i piani per consentire un maggiore accesso straniero ai mercati cinesi.