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  • Giovedì 22 marzo 2018

Cosa sappiamo dell’attentatore di Austin

Mark Conditt aveva 23 anni e dalle prime testimonianze e ricostruzioni non sembrava una persona violenta o squilibrata

L'auto di Conditt dopo l'esplosione. (Jay Janner/Austin American-Statesman via AP)
L'auto di Conditt dopo l'esplosione. (Jay Janner/Austin American-Statesman via AP)

Mark Anthony Conditt, il 23enne responsabile degli attentati esplosivi di Austin, in Texas, che nelle ultime tre settimane hanno ucciso due persone e ne hanno ferite altre cinque, era un giovane solitario e cresciuto in una famiglia molto religiosa, secondo le testimonianze di amici e parenti. Conditt, che è morto mercoledì in un’esplosione avvenuta durante uno scontro con la polizia, non aveva precedenti penali né era conosciuto dalla polizia.

Conditt aveva costruito sei bombe artigianali che nelle ultime settimane aveva lasciato nascoste dentro scatole di cartone in diversi punti della città di Austin o aveva spedito tramite il corriere FedEx. Era bianco, disoccupato e senza esperienza militare, e viveva a Pflugerville, una città poco a nord di Austin, insieme a due coinquilini che sono stati interrogati. La sua famiglia teneva corsi in casa sulla Bibbia, e frequentava una chiesa evangelica multietnica.

Mark Conditt in una foto del 2010. (Austin Community College via AP)

Il New York Times ha parlato con diverse persone che lo conoscevano, e che lo hanno descritto come un giovane con cui non era facile andare d’accordo, che non sembrava molto appassionato di politica ma a cui piaceva molto discutere e dominare le conversazioni. I vicini della casa dove aveva passato l’infanzia insieme alla sua famiglia hanno detto che sembrava un ragazzo cortese, intelligente, taciturno e solitario. In una biografia su di sé pubblicata su un blog dell’Austin Community College intorno al 2012, Conditt aveva scritto:

Il mio nome è Mark Conditt. Mi piace andare in bici, fare parkour, giocare a tennis, leggere e ascoltare la musica. Non sono molto politicizzato. Mi reputo un conservatore, ma non penso di avere abbastanza informazioni per difendere le mie opinioni a dovere. La ragione per cui frequento questo corso è perché voglio capire il governo americano, e spero che mi aiuti a chiarire le mie opinioni, e a difenderle.

Sui giornali americani sono circolati diversi post che Conditt scrisse su quel blog: contengono spiegazioni del perché, secondo lui, l’aborto non dovrebbe essere permesso, così come i matrimoni gay, e prese di posizione contro la registrazione dei molestatori sessuali, o le trattative con i terroristi di al Qaida per il rilascio di prigionieri, e a favore della pena di morte. Nei post, Conditt aveva scritto tra le altre cose che le ragazze che non vogliono avere bambini non dovrebbero fare sesso, e che «l’omosessualità non è naturale».

La polizia ha detto che i famigliari di Conditt stanno collaborando con le indagini, e che non si ritiene sapessero niente del coinvolgimento del figlio negli attentati. Non sono ancora emerse spiegazioni sul movente, né dalla polizia né dalle testimonianze raccolte dai giornali: una delle ipotesi seguite nelle scorse settimane era quella della motivazione razziale – le persone coinvolte nelle prime due esplosioni erano afroamericane e la donna coinvolta nella terza era ispanica – ma le ultime bombe non sembravano avere come obiettivo appartenenti a minoranze di qualche tipo. Una compagna di corso di Conditt ha detto di non ricordare uscite violente durante le discussioni tenute in classe, né che Conditt abbia condiviso le sue opinioni sulle questioni razziali.

Conditt ha lasciato una registrazione di 25 minuti sul suo telefono, che non è ancora però stata diffusa: il capo della polizia di Austin Brian Manley l’ha descritta come «l’urlo di un giovane molto in difficoltà, che parla degli ostacoli nella sua vita che l’hanno portato a questo punto». Per ora sembra che abbia agito da solo, ma non è ancora stata esclusa ufficialmente la possibilità che abbia avuto dei complici.

La casa dove viveva Conditt a Pflugerville, circondata dalla polizia. (Jay Janner /Austin American-Statesman via AP)

Conditt è stato identificato dalla polizia grazie a un filmato ripreso dalle telecamere di sicurezza dell’ufficio di FedEx da dove aveva spedito le ultime due bombe, di cui solo una è esplosa, senza causare feriti. Prima di allora c’era stata una massiccia indagine durata settimane, la più grande riguardo attentati esplosivi dai tempi della maratona di Boston nel 2013. Nel video, Conditt appariva con una parrucca e un paio di guanti rosa, e con un’auto rossa che corrispondeva a quella descritta da alcune segnalazioni raccolte durante le indagini.

Dalla targa, la polizia è risalita a Conditt e al suo numero di cellulare, le cui geolocalizzazioni, ha verificato la polizia, coincidevano con quelle delle esplosioni. Gli investigatori nel frattempo avevano anche identificato Conditt in alcuni filmati delle telecamere di un negozio di bricolage della catena Home Depot, dove aveva comprato del materiale per costruire le bombe e i guanti da lavoro rosa che indossava nel filmato ripreso all’ufficio di FedEx.

Inizialmente il telefono era spento, e la polizia non è riuscita a localizzarlo: ma quando Conditt lo ha riacceso è stato trovato in un hotel di Round Rock, a nord di Austin. Mentre gli agenti della SWAT lo stavano per raggiungere, Conditt si è allontanato in auto, fermandosi poi sul bordo della strada dopo un breve inseguimento: quando gli agenti sono arrivati vicini alla sua auto ha fatto esplodere una bomba, uccidendosi. La polizia era preoccupata che potesse aver lasciato altre bombe, ma ora questa ipotesi sembra esclusa.