Tutti vogliono fare il DEF

Lega e M5S dicono che sta a loro a scrivere il documento in cui si riassumono i piani economici del governo per i prossimi 3 anni, ma devono prima formare un governo

(ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)
(ANSA/MAURIZIO BRAMBATTI)

Entro il prossimo 10 aprile il Parlamento dovrà approvare il Documento di economia e finanza (DEF, qui avevamo spiegato cos’è), il programma economico proposto dal governo, approvato dal Parlamento e poi spedito alla Commissione europea in cui si illustrano i piani economici per i successivi tre anni. Mancano poche settimane e i partiti usciti vittoriosi dalle elezioni, Lega e Movimento 5 Stelle, vogliono inserire nel DEF le loro idee e i loro programmi. Il DEF però viene elaborato dal governo e quindi per farlo avranno bisogno di trovare una maggioranza in Parlamento, un compito che al momento continua a sembrare molto complicato.

Nonostante le difficoltà, i leader politici di Movimento 5 Stelle e Lega ostentano sicurezza. «Il DEF sarà la prima occasione per incidere, con le proposte del Movimento 5 Stelle, sulla qualità della vita dei cittadini», ha detto la scorsa settimana Luigi Di Maio, capo politico del Movimento 5 Stelle: «Si tratta del primo atto che dovremo fare a livello parlamentare perché lo dobbiamo approvare entro il 10 aprile. Sicuramente è una questione importante e noi cercheremo di inserire quelli che sono i nostri obiettivi per il programma».

Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha detto che sarà invece il suo partito a scrivere il prossimo DEF: «Ho ben chiaro cosa proporremo noi: sicuramente non il reddito per chi sta a casa. Noi presenteremo una manovra alternativa fondata sul contrario: meno tasse». Vale la pena ricordare che le proposte inserite sul DEF, in ogni caso, non entrano immediatamente in vigore: il documento è una sorta di piano che mostra come un governo intende procedere, ma che non è vincolante sul suo operato futuro.

Il problema è che il DEF lo deve scrivere il ministero dell’Economia, dove al momento non siede né un esponente della Lega né uno del Movimento 5 Stelle, ma c’è ancora Pier Carlo Padoan: e difficilmente ci sarà qualcun altro al suo posto prima del 10 aprile. Le nuove camere si insedieranno soltanto il 23 marzo, dovranno poi riunirsi per eleggere i loro presidenti, poi ci saranno le consultazioni del presidente della Repubblica e solo quel punto si comincerà a capire se esiste una maggioranza in grado di sostenere un nuovo governo. Anche nella migliore delle ipotesi, difficilmente il successore di Padoan avrà il tempo di preparare un nuovo DEF tra il suo insediamento e il 10 aprile.

Per questa ragione il ministero si sta portando avanti e ha fatto sapere che entro il 10 aprile sarà pronta la parte analitica del DEF, cioè quella neutrale, dove si descrivono la situazione macroeconomica e i possibili scenari futuri. Il ministero invece non sta inserendo alcun obiettivo specifico o nuovo impegno: un compito che spetterà al prossimo governo, se dovesse riuscire a formarsi. Secondo l’agenzia AGI, visto il momento delicato, il governo avrebbe già fatto dei sondaggi verso le principali forze uscite vittoriose dalle elezioni per tenerle informate sulle modalità con cui intende procedere per la gestione del DEF. Probabilmente è anche per questa ragione che tanto il Movimento 5 Stelle quanto la Lega hanno rivendicato il diritto di influenzarne la scrittura nelle prossime settimane.

La Commissione europea ha già fatto capire all’Italia che – vista questa complicata situazione – non ci sarà bisogno di consegnare il DEF entro aprile, ma che il documento potrà essere consegnato anche a maggio. Anche questo allungamento dei tempi, però, potrebbe non bastare e a quel punto sarebbe l’attuale governo Gentiloni a dover completare il DEF e inviarlo alla Commissione. Sarebbe un documento necessariamente molto vago, poiché non potrebbe contenere molto altro oltre alla descrizione della cornice macroeconomica in cui si trova attualmente il paese.

Solitamente, infatti, nel DEF vengono inserite previsioni sullo stato dell’economia nei tre anni successivi, sulla base del programma di riforme e di interventi che il governo intende intraprendere. Un DEF scritto da un governo dimissionario come quello Gentiloni, in carica soltanto per gli affari correnti e in attesa di essere sostituito, non potrebbe che essere un documento molto scarno, senza particolari proposte per il futuro, in cui ci si limita ad esaminare i possibili scenari economici futuri sulla base della legislatura corrente.

Uno scenario possibile, ma per il momento non molto probabile, è quello dell’inserimento nel DEF di alcune proposte economiche che godano di ampio consenso tra le forze parlamentari e che quindi avrebbero buone possibilità di essere approvate indipendentemente dall’esatto colore del futuro governo. Nella migliore delle ipotesi, quindi, il DEF potrebbe diventare una sorta di banco di prova per la formazione del prossimo governo. Una volta approvato dal governo, infatti, dovrà essere votato dal Parlamento: sarà quindi necessario trovare una maggioranza che, dopo l’approvazione del DEF, potrebbe trovarsi sulla buona strada per diventare una vera maggioranza di governo.