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  • Martedì 27 febbraio 2018

La Corea del Nord ha aiutato la Siria a produrre armi chimiche?

Lo dice un documento riservato dell'ONU, che parla di tonnellate di parti di missili balistici e materiali a doppio uso civile e militare

Kim Jong-un (NORTH KOREAN GOVERNMENT VIA KCNA/KNS) e Bashar al Assad (AP Photo/Remy de la Mauviniere, File)
Kim Jong-un (NORTH KOREAN GOVERNMENT VIA KCNA/KNS) e Bashar al Assad (AP Photo/Remy de la Mauviniere, File)

Un documento dell’ONU visto dal New York Times sostiene che la Corea del Nord abbia fornito al regime siriano di Bashar al Assad materiale che potrebbe essere stato usato per la produzione di armi chimiche. Nel documento sono citati per esempio termometri, valvole e materiali resistenti alla corrosione. Si dice anche che esperti nordcoreani di missili siano stati individuati in una struttura siriana che produce missili e armi chimiche. Il documento cita almeno 40 spedizioni non registrate di parti di missili balistici e materiali dual use (che possono essere usati sia per scopi civili che militari) dalla Corea del Nord alla Siria tra il 2012 e il 2017.

Il documento, che finora non è stato reso pubblico, è stato redatto da un gruppo di esperti che stavano indagando sul rispetto delle sanzioni imposte dall’ONU alla Corea del Nord a causa dei suoi programmi missilistici e nucleari e contiene prove e informazioni di intelligence provenienti da diversi paesi. Proprio in questi giorni il regime di Bashar al Assad è accusato di avere usato di nuovo armi chimiche contro la popolazione civile di Ghouta orientale, nella periferia di Damasco.

Il documento dell’ONU sostiene che le spedizioni nordcoreane verso la Siria – ma anche verso l’Iran, suo alleato – stiano aiutando Assad a continuare a produrre armi chimiche, una cosa che almeno sulla carta non dovrebbe più succedere da anni. Nel 2013, infatti, il Consiglio di Sicurezza ONU aveva trovato un accordo per smantellare l’arsenale chimico di Assad, dopo il feroce attacco contro la popolazione civile a Ghouta orientale, nella periferia di Damasco, che aveva ucciso più di 1.400 persone. Alla fine del 2013 gli ispettori dell’Organizzazione Mondiale per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC) avevano iniziato il loro lavoro in Siria e a metà del 2014 il dipartimento della Difesa statunitense aveva detto che tutti i componenti per la fabbricazione di armi chimiche appartenuti al governo siriano erano stati distrutti. Molti esperti però avevano dubitato dell’affermazione del governo americano e nei mesi e negli anni successivi il regime di Assad si rese responsabile di altri attacchi chimici, il più grande dei quali compiuto ad aprile dello scorso anno nella provincia di Idlib.

La fornitura di materiale per la produzione di armi chimiche alla Siria non rafforza solo Assad, ma indebolisce anche i tentativi di Unione Europea, Stati Uniti e loro alleati di colpire la Corea del Nord attraverso le sanzioni, e isolarla.