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  • Sabato 24 febbraio 2018

L’agente che non è intervenuto durante la strage in Florida

Scot Peterson era il poliziotto della scuola di Parkland dove sono morte 17 persone, ma dopo i primi spari è rimasto nascosto senza entrare nell'edificio

Scot Peterson durante un incontro sulla sicurezza nei campus scolastici nel 2015. (Broward County Public Schools via AP)
Scot Peterson durante un incontro sulla sicurezza nei campus scolastici nel 2015. (Broward County Public Schools via AP)

L’unico agente di polizia presente durante la strage della settimana scorsa alla scuola Marjory Stoneman Douglas High di Parkland, in Florida, nella quale un 19enne ha ucciso 17 persone, è rimasto fuori dall’edificio a nascondersi, senza intervenire. L’agente si chiama Scot Peterson, era un vice sceriffo e si è dimesso giovedì dopo essere stato sospeso senza paga: la sua reazione durante la strage è stata registrata da un video, che non è stato diffuso pubblicamente.

Peterson è corso verso l’edificio appena Nikolas Cruz ha cominciato a sparare, ma invece di entrare è rimasto nascosto nel parcheggio per almeno quattro minuti, mentre all’interno andava avanti la sparatoria, durata circa sei minuti. Lo sceriffo Scott Israel ha detto in una conferenza stampa che Peterson «non è mai entrato”, e che il video lo mostra non fare «niente». Un altro agente di polizia ha detto al New York Times di aver visto Peterson ripararsi dietro una colonna di cemento alla base di una scala. Alla domanda su cosa avrebbe dovuto fare Peterson, Israel ha detto: «Affrontare lo sparatore. Ucciderlo». È in corso un’indagine interna sul comportamento dell’agente.

Il comportamento di Peterson è stato criticato dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che ha detto che il vice sceriffo «si era addestrato per tutta la sua vita. Ma quando è arrivato il momento di entrare e fare qualcosa, non ha avuto il coraggio, o gli è successo qualcosa. Ha certamente fatto un brutto lavoro, non ci sono dubbi». In molti hanno usato la reazione di Peterson come esempio di uno dei motivi del perché non sia una buona idea armare gli insegnanti delle scuole per difendersi dalle sparatorie. Mark Hertling, ex soldato e commentatore di CNN, ha scritto su Twitter che il comportamento di Peterson non è insolito tra i soldati in situazioni traumatiche di combattimento, che talvolta non intervengono in caso di spari per diverse ragioni, nonostante siano addestrati a fare il contrario.

Altri due agenti di polizia del dipartimento di Parkland sono stati sospesi perché non avevano preso con la giusta considerazione le segnalazioni su Cruz ricevute negli ultimi due anni, che suggerivano potesse compiere gesti violenti in una scuola. In tutto le telefonate su Cruz al dipartimento furono 23, che si aggiungono agli avvertimenti che aveva ricevuto l’FBI. Lo stesso Peterson, in quanto agente della scuola, ricevette una segnalazione nel 2016 sul fatto che Cruz possedeva coltelli e pistole ad aria compressa, e secondo il New York Times probabilmente seppe che nel settembre del 2016 Cruz aveva provato a uccidersi bevendo della benzina, e che si tagliava. Nel novembre del 2017 invece il dipartimento di Parkland ricevette una chiamata in cui si segnalava che Cruz avrebbe potuto sparare in una scuola. La chiamata fu fatta dal Massachusetts, e segnalata alle autorità di Palm Beach, in Florida, dove si riteneva vivesse Cruz.

Ci sono stati anche altri elementi che hanno ostacolato una corretta risposta alla strage: il video di sorveglianza della scuola aveva un ritardo di venti minuti, che ha confuso gli agenti di polizia. A un certo punto gli agenti che ormai erano intervenuti hanno ricevuto istruzioni per cercare Cruz al secondo piano: non lo hanno trovato, perché in realtà aveva già lasciato l’edificio.